IO, ROBOT

 

Io, robot (I, Robot) è una raccolta di racconti di fantascienza di Isaac Asimov, del 1950.

Contiene nove storie scritte fra il 1940 e il 1950 basate sul tema delle tre leggi della robotica, sulle loro contraddizioni e le falle.
L’una è indipendente dall’altra ma viene mantenuto un filo conduttore chiaro: la morale che scaturisce tra l’interazione fra macchina e uomo.

“Robbie” è il primo racconto e, tra tutti, quello che ho apprezzato di più proprio per la sua semplicità.

Asimov intendeva sfatare la credenza del “robot come minaccia” – un’idea molto diffusa all’inizio del XX secolo – per conferire invece agli automi la figura di attrezzi utili e versatili che aiutassero l’umanità.

Siamo nel 1998, periodo in cui la gente sta diventando sempre più diffidente nei confronti degli androidi verso i quali nutrono paura e disprezzo.
La trama si basa sull’amicizia tra Gloria – una bambina di otto anni – e Robbie, un robot programmato per essere il suo amico e guardiano.

“Le palpebre del robot si sollevarono e i suoi lucenti occhi rossi perlustrarono l’orizzonte”.

Robbie è spaventoso a vedersi: con una corazza metallica, inespressivo.
Eppure così inerme davanti alla piccola che, per farlo capitolare, lo minaccia di non leggergli più la sua fiaba preferita.
Per la prima volta una macchina prova sentimenti: si offende se accusato ingiustamente, ha timore, è felice quando gioca.

Facile il collegamento con Detroit Become Human durante la missione ”L’Ostaggio” che – come il libro – è quasi il prologo del videogioco (dove troviamo Daniel, un deviante in preda all’isteria, convinto di non essere più importante per la ragazzina che custodiva).

È una storia nella quale è facile identificarsi: tutti siamo stati piccoli, in un’età dove non esistono filtri imposti dal contesto sociale. Si vive l’amicizia con spensieratezza e ingenuità.

Senza dubbio una mossa intelligente ed efficace: una presentazione così ”tenera” permette ai lettori di capire immediatamente i sentimenti della bambina e, di conseguenza, voler bene a Robbie.

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