SECONDA FONDAZIONE

 

Seconda Fondazione è un romanzo di fantascienza del 1953 di Isaac Asimov che chiude la trilogia originale del Ciclo delle Fondazioni.
“Ci sarebbe da dire molto di più sul Mulo e sul suo impero, ma la maggior parte delle notizie sono poco pertinenti alla storia che vogliamo raccontare”.
Così si apre il libro e mi si stringe lo stomaco.

Ecco i miei appunti:

LA MENTE
“Le conclusioni ti sembreranno ovvie. Noi dobbiamo trovare un mondo che si governa per mezzo delle capacità mentali e che, tuttavia, è molto arretrato da un punto di vista scientifico.”
La Seconda Fondazione viene presentata e spiegata con un sistema di narrazione “laterale” che ho capito essere lo stile di Asimov.
Mentre la trama si sviluppa e i protagonisti provano a studiare questa misteriosa “associazione”, troviamo scorci sempre più specifici che ci mostrano quanto la Prima Fondazione sia sulla buona strada/stia sbagliando.
Originale e curioso il modo in cui i mentalisti comunicano, spiegando come il contatto emotivo sia già insito nella natura umana e non qualcosa di precluso a determinate specie.
La parola, infatti, permette di esprimere emozioni ma non di rappresentare le sfumature del pensiero umano (creando, talvolta, delle conseguenze disastrose).
Mi piace che si parli in modo scientifico di qualcosa di così astratto, chiarendo come la semantica, la logica simbolica e la psicanalisi siano stati tutti tentativi per raggiungere una migliore comprensione e liberarsi, una volta per tutte, della parola.

NON SO CHI SEI
“Perché gli altri tardavano? Che cosa rendeva il Mulo così sicuro? Che cosa nascondeva il suo nemico? Se solo avesse potuto conoscere le sue intenzioni.”
In un universo popolato da mentalisti, la paranoia regna sovrana.
Sì, perché è impossibile capire, se i propri alleati sono controllati o influenzati in qualche modo.
Se agiscono perché vogliono o per forzature indotte che, per quanto lievi possano essere, risultano comunque spiacevoli.
E allora via, con piani sempre più intricati e raggiri che, non avevo mai trovato così fitti e al limite della nevrosi.

SPIEGAZIONI
“Ho paura di essermi espresso con un’altra metafora.”
“Continua.”
“L’abbandono di ogni sforzo, la crescente inerzia, il lasciarsi trascinare verso una cultura decadente e edonistica significano la rovina del Piano. Devono ritrovare la spinta.”
Arrivata a questo punto ho capito perché Asimov non risulta mai complesso pur spiegando concetti articolati.
Nei film troviamo sempre dialoghi dove lo scienziato di turno inizia con il “technobabble” (l’uso di termini fantascientifici per rendere l’espressione di una tecnologia molto avanzata e incomprensibile per i non esperti nel settore) salvo poi essere sostituito dal simpaticone che in due parole riassume il concetto.
Qui è leggermente diverso e meno molesto.
Di solito Asimov pone il dialogo tra due personaggi trovando pretesti perché uno spieghi all’altro subito, fin dal principio, l’argomento trattato nel modo più chiaro e comprensibile.
Evitando così che si saltino paragrafi interi di parole vuote.

SUSPANCE
“I vari spiragli che minacciavano la segretezza della nostra ubicazione non vennero notati perché Seldon aveva parlato del ”capo opposto della galassia” a modo suo, mentre gli altri l’avevano interpretato a modo loro.”
Mai avrei immaginato di ritrovarmi fino all’ultimo capitolo con una piacevole sensazione di stupore giocata su incomprensioni e segreti.

CHIAMATEMI ARCADY
“Quanti anni ha sua figlia?”
“Quattordici compiuti l’altro ieri.”
“Quattordici? Per la galassia… Mi dica, ha intenzione di sposarsi un giorno?”
“No, che io sappia.”
“Bene, se mai le venisse in mente, gli spari, intendo dire, spari al giovane che la sta per sposare.” Guardò l’altro negli occhi “Dico sul serio. Sarà terribile vivere con lei quando avrà vent’anni. Non voglio offenderla, dottore.”
Arcady: scrittrice determinata e impavida.
Uno dei personaggi che mi è piaciuto di più perché sveglia e irrequieta.
Ho trovato anche uno spiccato senso dell’umorismo legato alle sue battute che mi hanno fatto sorridere più di una volta.
Sembra dia leggerezza alla storia ma, in realtà, è l’ennesima pedina ben piazzata nel grande Piano.

LA – QUASI – RIVINCITA DEI CATTIVI
“Ci volle meno di un secondo per operare il cambiamento.”
Il punto critico dell’antagonista è quasi sempre l’eccesso di sicurezza.
C’è da dire, a discolpa del Mulo, che lui è davvero un mentalista dalle incredibili capacità, perciò mi sento di giustificare la sua presunzione.
Le sue debolezze mostrano il lato più umano di un cattivo che, senza dubbio, verrà ricordato nella storia della Fondazione.

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