Non è un’isola ma una semplice posizione geografica (coordinate 45° 52′.6 S – 123° 23′.6 W) in mezzo all’oceano denominato: il polo dell’inaccessibilità. Solo acqua su un fondale di 3600 metri, equidistante oltre 2.600 km dalle tre linee di costa più vicine.
Per raggiungerlo servono 15 giorni, 10 ore e 37 minuti.
Fu scoperto nel 1992 da Hrvoje Lukatela attraverso il programma geospaziale “Hipparcus” e il nome è un tributo al capitano Nemo, il protagonista dei romanzi di Jules Verne “Ventimila leghe sotto i mari” e “L’isola misteriosa”.
Solo gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale, quando lo sorvolano, si avvicinano un po’ a Point Nemo – a circa 400 km d’altezza –
La NASA ha prescelto questa posizione come punto “sicuro” dove far cadere i veicoli spaziali senza provocare grossi danni ma è stato calcolato che tra il 1971 e il 2016 – in quell’area dell’oceano – si siano inabissati i resti di 263 velivoli spaziali.
L’area più remota della Terra, purtroppo, è anche una delle più inquinate.