Oggi al MARTEDÌ DELLO XENO, “el diablo que hace trofeos de los hombres”.
Gli Yautja – conosciuti anche come Predator – sono una specie aliena nota in tutta la galassia.
Di forma umanoide sono alti circa due metri.
Hanno quattro protuberanze poste intorno alla bocca, unite su ciascun lato del volto da una membrana di pelle. Il loro sangue è bioluminescente, di un color verde acceso.
Comunicano tramite vocalizzi che ricordano dei ruggiti, ringhi e ticchettii.
Sono molto resistenti e forti: con i loro artigli riescono a disossare altre creature con estrema facilità, spaccare il cemento o sfondare paratie metalliche.
Inoltre, sono molto agili, degli esperti arrampicatori.
Questa razza dedita alla caccia vanta un arsenale molto vasto: lance telescopiche, archi, shuriken, dischi affilati, lancia reti, spade, fruste ricavate da code di Xenomorfi, lame retrattili, cannoni al plasma ed esplosivi.
Indossano una maschera che gli permette di vedere lo spettro degli raggi infrarossi e ultravioletti e utilizzano armature metalliche estremamente resistenti, dotate di meccanismi elettronici in grado di renderli invisibili.
Il loro tipico bracciale, poi, può detonare con estrema potenza distruttiva.
Questa mossa “suicida” deriva da un rigido codice d’onore: in caso di sconfitta, l’esplosione del bracciale elimina non solo il corpo, quindi il disonore subito, ma anche ogni traccia della loro tecnologia.
La società degli Yautja è basata su un modello tribale e fortemente gerarchico che prevede dei riti di passaggio durante i quali i giovani devono dimostrare di possedere le caratteristiche di un guerriero.
Il rispetto verso un degno avversario è un punto fondamentale della loro educazione: uno Yautja potrebbe decidere di risparmiare la vita del nemico, se lo ritiene opportuno, e offrirgli un premio che ritiene molto significativo.