In quest’ultimo (almeno per ora) episodio di Vita da Vault, la rubrica che svela le nefandezze della Vault-Tec Corporation, riprendiamo il filone iniziato lunedì scorso e parliamo di un altro esperimento di tipo sociale.
Il Vault 118, costruito sotto al Cliff’s Edge Hotel, fu pubblicizzato come un rifugio lussuoso e super-esclusivo dove uno staff interamente robotico avrebbe provveduto a ogni bisogno (o capriccio) dei residenti.
Sull’onda di una ipotetica filantropia, poi, in caso di scoppio della guerra nucleare, la struttura avrebbe aperto le porte anche a un certo numero di persone della classe operaia.
In realtà questo era vero solo in parte, dato che il secondo gruppo sarebbe stato confinato in una sezione del Vault stretta e scomoda, senza avere accesso alla parte lussuosa.
L’esperimento sarebbe consistito nel confronto tra queste persone, indicativamente circa 300, costrette a rispettare un rigido sistema di regole, e un ristretto gruppo di 10 ultra-ricchi posto al di sopra di esse e con il potere di giudicare ogni azione dei primi a loro piacimento.
Le cose, però, sono andate molto diversamente.
Innanzitutto, la costruzione della seconda ala del Vault (quella “proletaria”) non fu mai completata per insufficienza di fondi. Quindi, allo scoppio della guerra, i dieci VIP che avrebbero dovuto prendere parte all’esperimento si chiusero dentro da soli e via.
Nel frattempo uno di loro, il Dottor Riggs, luminare nel campo della robotica, aveva convinto gli altri a impiantare il proprio cervello nel corpo di un automa, diventando dei robocervelli.
E in questa forma hanno vissuto per circa due secoli, isolati dal resto del mondo, chiusi nel loro piccolo microcosmo di lucida e inquietante follia.
Quando visita il Vault 118 in Fallout 4, il giocatore sarà chiamato a risolvere un bizzarro caso di omicidio: uno dei robocervelli è stato infatti trovato morto nella hall principale, con tanto di finta macchia di sangue fatta con la vernice accanto al corpo e una mazza da baseball come presunta arma del delitto.