LIVE – PARLIAMO DI WARHAMMER 40.000 DECIMA EDIZIONE (CON MATTIA DI WARGAMES PER PASSIONE)

Trascorsi pochi giorni dal lancio ufficiale, un incontro preserale con Mattia di Wargames Per Passione per chiacchierare insieme della nuova edizione di Warhammer 40.000.

Un dibattito “freestyle”, dove abbiamo condiviso le nostre prime impressioni in maniera semplice e leggera, facendo anche un po’ il punto sulle principali novità e le modifiche al regolamento più rilevanti.

Musica di sottofondo: Benjamin Tissot (Bensound) – New Dawn

LIVE GDR – L’ULTIMA TORCIA: TRA LE VIE DI KANTOR – PARTE 1 (feat. Serpentarium e TeOoh)

Ieri sera, nei panni di Fabio Passamonti, sono ripoppata sul canale YouTube di Serpentarium per giocare con Leonardo “Moro” Moretti e TeOoh di Recensioni Minute a un’avventura de L’Ultima Torcia masterata da Matteo “Curte” Cortini.

L’eterogeneo gruppo composto dal guerriero nano “Lo Animalo”, l’elfo ranger Flo e la ladra Scarlett è stato incaricato dallo stimabile nomadiano Yernest Gugux di recuperare Galaxia, una cucciola (si presume) a cui è molto affezionato, rapita dal perfido nano criminale Sbattiferro.

I tre dovranno avventurarsi nel pulcioso quartiere Vinaccio della città di Kantor, intrufolarsi nel covo dei tagliagole e recuperare la bestiolina (?). Se poi riesce anche d’incassare qualche taglia, meglio.

Cosa può andare storto?

MARTEDÌ DELLO XENO – I VAMPIRI DEL SALE

 

Oggi, al MARTEDÌ DELLO XENO, un alieno molto particolare dell’universo di Star Trek.

La Creatura di M-113, chiamata anche Vampiro del Sale (o Fotialliani) era una specie – ormai estinta – originaria del pianeta M-113.

L’aspetto era spaventoso: alta poco più di un metro e mezzo, aveva una pelle tendente al color marrone, ricoperta da peli. Il volto era segnato da una serie di profonde rughe e la bocca presentava molti denti acuminati.

Da notare le mani: ogni dito aveva grandi ventose che gli permettevano di assorbire il cloruro di sodio dalle vittime, nutrimento necessario per il suo sostentamento.

Le creature di M-113 erano molto intelligenti: una volta individuata la loro preda, attraverso una qualche forma di telepatia riuscivano a creare l’immagine di un amico fidato o di una persona particolarmente attraente per la vittima. Un’esca che gli consentiva di avvicinarsi, paralizzare e prosciugare il corpo selezionato.

In data stellare 1513.1 (2266) l’Enterprise capitanata da James T. Kirk incontra quello che viene ritenuto essere l’ultimo individuo di questa specie, che attacca alcuni membri dell’equipaggio dell’astronave della Federazione, prima di venire fermato e ucciso dal dottor McCoy.

Compare però anche in due episodi della prima stagione di Lower Decks: “La freccia errante di Cupido” e “Veritas”.

VITA DA VAULT – ESPERIMENTO #118

 

In quest’ultimo (almeno per ora) episodio di Vita da Vault, la rubrica che svela le nefandezze della Vault-Tec Corporation, riprendiamo il filone iniziato lunedì scorso e parliamo di un altro esperimento di tipo sociale.

Il Vault 118, costruito sotto al Cliff’s Edge Hotel, fu pubblicizzato come un rifugio lussuoso e super-esclusivo dove uno staff interamente robotico avrebbe provveduto a ogni bisogno (o capriccio) dei residenti.
Sull’onda di una ipotetica filantropia, poi, in caso di scoppio della guerra nucleare, la struttura avrebbe aperto le porte anche a un certo numero di persone della classe operaia.

In realtà questo era vero solo in parte, dato che il secondo gruppo sarebbe stato confinato in una sezione del Vault stretta e scomoda, senza avere accesso alla parte lussuosa.
L’esperimento sarebbe consistito nel confronto tra queste persone, indicativamente circa 300, costrette a rispettare un rigido sistema di regole, e un ristretto gruppo di 10 ultra-ricchi posto al di sopra di esse e con il potere di giudicare ogni azione dei primi a loro piacimento.

Le cose, però, sono andate molto diversamente.

Innanzitutto, la costruzione della seconda ala del Vault (quella “proletaria”) non fu mai completata per insufficienza di fondi. Quindi, allo scoppio della guerra, i dieci VIP che avrebbero dovuto prendere parte all’esperimento si chiusero dentro da soli e via.

Nel frattempo uno di loro, il Dottor Riggs, luminare nel campo della robotica, aveva convinto gli altri a impiantare il proprio cervello nel corpo di un automa, diventando dei robocervelli.
E in questa forma hanno vissuto per circa due secoli, isolati dal resto del mondo, chiusi nel loro piccolo microcosmo di lucida e inquietante follia.

Quando visita il Vault 118 in Fallout 4, il giocatore sarà chiamato a risolvere un bizzarro caso di omicidio: uno dei robocervelli è stato infatti trovato morto nella hall principale, con tanto di finta macchia di sangue fatta con la vernice accanto al corpo e una mazza da baseball come presunta arma del delitto.

CI VEDIAMO AL RIMINICOMIX!

Venerdì 14 luglio sarò a Rimini per partecipare al Riminicomix, la mostra mercato all’interno del Cartoon Club, il festival internazionale dedicato a cinema d’animazione, fumetto e giochi.

Tra i tanti eventi ed espositori troverete anche lo stand di Edikit, il mio editore. Sarò lì tutto il giorno per promuovere sia i romanzi post-apocalittici de “L’età della polvere” che “LEVEL UP!”, la mia guida introduttiva al gioco di ruolo.

Passate a trovarmi anche solo per un saluto, sarà una bella occasione per incontrarci dal vivo!

💣 DOVE? Parco Federico Fellini, via Saint Maur des Fosses, Rimini (RN)

💣 QUANDO? Venerdì 14 luglio, dalle 16 a mezzanotte.

💣 COME MI RICONOSCETE? Anche se in versione “light” per non morire di caldo, sarò in costume da predona post-apocalittica. Non potete sbagliare!

LIVE – PLAY MUSINÈ – INTERVISTA A GIORGIO BALTERA

Una chiacchierata preserale in compagnia di Giorgio Baltera, ex campione nazionale di Blood Bowl e gestore del Circolo ARCI Play Musinè APS di Caselette (Torino), dove propone una gran varietà di giochi da tavolo, di ruolo, tornei e attività ludiche.

Insieme abbiamo parlato dell’importanza sociale del giocare e dei suoi benefici, ma anche dello scontro ideologico tra i giochi “analogici” e quelli digitali.
Non è mancata, poi, qualche breve digressione sui nostri titoli preferiti!

Musica di sottofondo: Benjamin Tissot (Bensound) – New Dawn

LA PRIMA GUERRA TIRANIDE [WARHAMMER 40.000 SENZA IMPEGNO EP. 41]

Un viaggio attraverso il tetro e sanguinoso universo di Warhammer 40.000. Spiegazione semplice, da raccontare anche alla nonna.

Per celebrare l’arrivo della decima edizione del gioco, vi racconto il primo grosso conflitto che l’Imperium ha combattuto contro i famelici tiranidi.

La voce del Magos Varnak, l’avrete riconosciuta, è quella di Stefano 117!

Musica di sottofondo: Myuu – Final Boss

In collaborazione con la pagina Facebook de I Tremendi Dèi del Caos

MARTEDÌ DELLO XENO – WOWBAGGER L’ETERNO PROLUNGATO

 

Oggi, al MARTEDÌ DELLO XENO, una creatura dell’universo di Guida Galattica per Autostoppisti.

Anche se la sua specie è sconosciuta, Wowbagger l’Eterno Prolungato è descritto con un aspetto particolarmente alieno: alto, con la pelle grigia e lucida, mani sottili e una testa appiattita. Indossa anche una stravagante veste dorata e viaggia su un’astronave argentea dal design allungato.

Si tratta di uno dei pochissimi esseri immortali dell’universo ma non per nascita: lo è diventato dopo un incidente con un acceleratore di particelle, un pranzo liquido e degli elastici.

Con il passare del tempo, Wowbagger ha cominciato ad annoiarsi della vita e a non godere più del suo essere immortale, sviluppando anche un odio profondo per l’intero cosmo.
Quindi ha intrapreso il progetto di insultare, uno per uno e in ordine alfabetico, tutti gli abitanti dell’universo; un lungo e complesso compito in grado di impegnarlo per tutta la sua interminabile esistenza.

Nel libro incontra Arthur Dent, sulla Terra primitiva.
In quell’occasione Wowbagger lo chiama “cretino” e “deficiente integrale”.

VITA DA VAULT – ESPERIMENTO #114

 

Oggi in “Vita da Vault”, la rubrica nella quale scopriamo insieme le terribili nefandezze della Vault-Tec Corporation, vi racconto un esperimento di tipo sociale.

Situato a Boston e accessibile attraverso la stazione della metropolitana di Park Street, il Vault 114 era stato concepito per ospitare la crème de la crème della popolazione locale: politici d’alto profilo, luminari e ricchi uomini d’affari. Più, ovviamente, le loro famiglie.

Pubblicizzato come estremamente lussuoso e ricco di ogni comodità proprio perché riservato solo a persone di un certo ceto sociale, si trattava in realtà di un tugurio costruito volutamente angusto e scomodo, con installati giusto i servizi di base.
Una volta chiusi dentro, mentre fuori infuriava la guerra atomica, gli abitanti sarebbero stati costretti a dormire in piccole e misere camerate con letti a castello, condivise da più nuclei familiari, con la zona bagno e la mensa in comune.
In più, al Sovrintendente (selezionato secondo specifici criteri di incompetenza) sarebbero state garantite totale autorità e l’obbedienza indiscussa del personale interno, segretamente istruito a favorire il più possibile lo sviluppo di disagio e situazioni che umiliassero i residenti.

Lo scopo? Studiare la reazione delle persone quando vengono poste in situazioni stressanti.
Purtroppo (o per fortuna), però, la costruzione del Vault 114 non venne mai ultimata, quindi l’esperimento non ebbe mai luogo.

Nel 2287, quando il giocatore visita la location in Fallout 4, il posto è sotto il controllo della gang mafiosa di Skinny Malone.

Cercando nell’ufficio del Sovrintendente è anche possibile recuperare degli olonastri che contengono le registrazioni di alcuni colloqui per avere il lavoro.
Una in particolare svela chi avrebbe ottenuto il posto: tale Soup Can Harry (letteralmente “Harry Latta di Zuppa”), un senzatetto complottista che – tra le altre cose – nel corso dell’intervista si lascia andare a bizzarre elucubrazioni su come il Governo usi i soldi delle tasse per finanziare “festini a luci rosse massonici degli Illuminati” e dichiara di mangiare il detergente Abraxo nonostante le etichette avvertano di non ingerirlo solo perché “nessuno può dirgli cosa fare”.
Quando gli viene offerto il ruolo di Sovrintendente, Harry accetta. Aggiungendo però che “non indosserà nessuna stramaledetta cravatta. Né i pantaloni”.

Io gli voglio già bene.

LE TRE “VERE” ENTERPISE-D

 

Una delle cose che mi affascina di più dei vecchi film di fantascienza girati prima dell’avvento della CGI è sapere che quelli che sto guardando sullo schermo sono modellini (o, spesso, modelloni) realmente esistenti.
Adoro in particolare i veicoli, soprattutto le astronavi. E quando le vedo sfrecciare sullo schermo, così dettagliate e “reali”, mi viene sempre da pensare a tutto il lavoro che c’è dietro.

Così mi sono andata a informare e, per esempio, ho scoperto che per girare le sequenze nello spazio viste nelle sette stagioni di Star Trek – The Next Generation furono realizzati tre diversi modelli dell’Enterprise D.

Il primo, il più grosso, era lungo 6 piedi (circa 1,80 metri) e fu costruito all’inizio del 1987 dalla Industrial Light & Magic, famosa azienda specializzata in effetti speciali per cinema e televisione.
Dei tre, è l’unico modello che si poteva dividere in sezione a disco e sezione motori. Tuttavia, essendo molto ingombrante e difficile da maneggiare, una volta accumulati un po’ di filmati di repertorio, lo si impiegò di rado.
Venne ripreso anche nel film “Star Trek: Generazioni” (1994), perché la maggior risoluzione della pellicola cinematografica richiedeva che si vedessero bene i dettagli dell’astronave.

Il secondo modello, il più piccolo, era lungo appena 2 piedi (circa 60 cm) e venne costruito assieme al primo.
Serviva per le scene in cui la nave veniva inquadrata da lontano, quindi era molto meno dettagliato. A differenza di quello da 6 piedi, che aveva dentro una lucina per ogni singola finestrella, qui le uniche parti illuminate erano i motori e il deflettore di navigazione.

Infine, un paio d’anni dopo, nel 1989, quando lo show aveva iniziato a ingranare, venne prodotto anche un terzo modello di scala intermedia lungo 4 piedi (circa 1,20 metri).
Questo prendeva “il meglio da entrambi i mondi” e univa le caratteristiche dei due predecessori: era molto più facile da maneggiare rispetto a quello più grosso, ma al contempo abbastanza dettagliato da poter essere usato per le riprese ravvicinate.
La forma del vascello venne anche leggermente ritoccata e resa più tozza, motivo per cui gli addetti ai lavori l’avevano soprannominato “il bulldog”.
A partire da metà della terza stagione, con l’eccezione di qualche riutilizzo occasionale dei filmati di repertorio, tutte le scene dove si vede l’Enterprise sono state girate usando questo modello. E, anni dopo, fu lui a essere modificato nella famosa versione a tre gondole vista nell’episodio finale della serie.

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