LO STRANO CASO DI DINO CRISIS 3

 

Qualcuno di voi ha mai giocato a Dino Crisis 3?

Io no, anche se mi ha sempre incuriosita vedere quanto gli sviluppatori si fossero distanziati dai due giochi precedenti.
Non solo per l’assenza di Regina, figura cardine della saga, ma per la decisione di ambientare il tutto su una nave spaziale, cinquecento anni nel futuro, e di sostituire i dinosauri con degli strani dino-cloni mostruosi.
Insomma, se non ci fosse il logo ufficiale in copertina, non si capirebbe nemmeno che sono prodotti della stessa serie!

Anni dopo ho scoperto che in realtà il gioco, uscito nel 2003 solo su Xbox, è così per “colpa” dell’11 settembre. Il concept originale prevedeva infatti di ambientare la storia in una città presa d’assalto da dinosauri arrivati attraverso varchi spaziotemporali, ma la tragedia appena verificatasi spinse Capcom – onde evitare qualsiasi tipo di problema nel mercato americano – a cambiare completamente il setting in favore della già citata nave spaziale.
Girano anche voci che il brand fu semplicemente “appiccicato” sopra un altro gioco già in produzione, tanto per far uscire qualcosa.

Una scelta forse addirittura eccessiva, che tra l’altro pagò pochissimo, visto che Dino Crisis 3 non fu solo un flop commerciale ma è tutt’ora uno dei sequel più odiati di sempre. Tanto che molti fan della saga stentano persino a riconoscerne l’esistenza.
Altri addirittura lo incolpano (non del tutto a torto, secondo me) di aver “ucciso” il brand. Un po’ come “Jason X”, il decimo film della saga di Venerdì 13, che tra l’altro sposta anche lui l’ambientazione nello spazio senza un motivo apparentemente sensato.

Voi che ne pensate? A qualcuno è piaciuto?

MARTEDÌ DELLO XENO – LE AMAZONIANE

 

Oggi, al MARTEDÌ DELLO XENO, una specie proveniente dall’universo di Futurama che ha lasciato nell’immaginario collettivo della mia generazione un termine divertente e molto specifico per descrivere le “coccole”.

Le Amazoniane sono enormi donne aliene provenienti da Amazonia, un pianeta ricoperto da folte giungle la cui civiltà sembra non essersi mai evoluta oltre l’età della pietra.

A parte essere alte circa il doppio, le amazoniane ricalcano in tutto e per tutto l’aspetto delle femmine umane. Ma, in conseguenza della loro stazza e della durezza della vita selvaggia, sono anche molto più forti e coriacee.
Tra l’altro, sappiamo per certo che un tempo la specie comprendeva anche i maschi, che però si sono estinti.

In un certo senso meglio, visto che oggi come società le amazoniane sono fortemente misandriche e malsopportano anche solo la presenza degli uomini, tanto che la loro leader – una computer grossa quanto una parete, chiamata Femputer – ha promulgato un editto che condanna tutti gli esseri di sesso maschile che osano mettere sul pianeta a venir puniti.
Questo perché è loro credenza diffusa che gli uomini siano tutti egualmente misogini e sciocchi.

La sentenza più comune per i poveretti è venire giustiziati mediante “snu-snu”, termine con cui le amazoniane indicano i rapporti intimi. Che però, protraendosi ripetutamente nel tempo, finiscono con il risultare fatali a causa della ingombrante fisicità delle donnone.

I FIGLI DELL’IMPERATORE AVRANNO FINALMENTE IL LORO CODEX!

 

Chi segue Warhammer lo sa già, ieri al Las Vegas Open GW ha rivelato – come sempre – un sacco di nuove, belle miniature che usciranno nei prossimi mesi per tutti i suoi vari giochi.

Per quanto mi riguarda però i più attesi erano loro: i Figli dell’Imperatore, che dopo anni di “castigo” relegati in un angolino del codex dei Marine del Caos, finalmente stanno per ricevere il loro primo codex da soli e, soprattutto, una nuova gamma di modelli!
Se ancora non li avete visti, vi lascio il link al riassunto su Warhammer Community. E poi ovviamente vi dico cosa ne penso!

Quello di Fulgrim l’avevamo già visto in anteprima a Natale. Ho letto che qualcuno l’ha un po’ preso in giro per la sua faccia ma a me, sinceramente, piace. E lo dico da persona a cui il personaggio è stato sulle scatole per molto tempo!

E mi piace tanto anche il resto della gamma presentato ieri.
In generale, trovo che lo spirito “eccessivo” di Slaanesh sia stato ben colto, scegliendo pose slanciate e riempiendo i modelli con tantissime decorazioni e dettagli (dai, il comandante ha persino un piercing al capezzolo SOPRA l’armatura! Cioè… wow 😮😮)

Mi ha colpita molto anche il Lord Kakophonist, che con quei grossi tubi che passano vicino al volto mi ha fatta pensare – anche se non c’entra nulla – al primo Dreadnought del Caos dell’era Rogue Trader, quello che sembrava un po’ un cobra.

Molto belle esteticamente – e sensate da background – anche le Lame Impeccabili. E per quanto di primo impatto mi abbiano fatta dire “vabbeh, sono praticamente degli Octormenti di Slaanesh”, alla fine ci stanno.

Anche il nuovo modello di Lucius l’eterno mi piace tantissimo, soprattutto per la posa. Il fatto che sia “avvolto” dalla frusta dà un bel tocco. E quando ho visto che ora ha i tacchettini (non le zeppe come il Noise Marine di qualche anno fa, proprio i tacchettini!) mi sono praticamente innamorata.
Unico neo, a mio gusto, un po’ il volto: avrei preferito una lingua più corta e un ghigno più sadico, bastardo, da gatto che si diverte a giocare col topo.

E questo è più o meno tutto ciò che ho da dire sui nuovi Figli dell’Imperatore. Alla fine di tutto, anche se resto una fedele figlia di Khorne, mi hanno affascinata.

Se proprio devo rompere le scatole e trovare un difetto è che speravo di vedere per loro anche qualche veicolo speciale. Magari il Dreadnought Sonico o delle moto, visto che quelle dei Marine del Caos sono del 1999 e meriterebbero di andare in pensione.
A dirla tutta-tutta, una piccola parte di me sperava anche di rivedere il Centauro del Fato. Ma avendo avuto già il modello di un Primarca sapevo che sarebbe stato praticamente impossibile.

Voi invece cosa ne pensate? Siete stati sedotti dal potere di Slaanesh o avreste preferito qualcosa di diverso?

MARTEDÌ DELLO XENO – I GRENDLER

 

Oggi al MARTEDÌ DELLO XENO una razza che potrebbe andare d’accordo con i Ferengi di Star Trek.

I Grendler sono una specie extraterrestre originaria del pianeta G-889, apparsi nel telefilm “Progetto Eden”, prodotto da Universal Studios e Amblin Entertainment nel 1994, purtroppo per una sola stagione.

Alti circa un metro e mezzo, molto tozzi e goffi, hanno una postura tutto sommato antropomorfa, anche se parecchio ingobbita in avanti.
La testa sembra infatti quasi incassata nel busto, culminando in un grosso muso con bocca, orecchie e narici piuttosto larghe, contrapposte a occhi piccoli e privi di sclera.
Mani e piedi hanno poi solo quattro dita, mentre la pelle è a scaglie – forse retaggio di un’ascendenza rettiliana – e spessa, di colori che variano dal marroncino chiaro a un grigio-bluastro piuttosto scuro.
Anche se non sono per nulla agili o veloci, hanno una grande coriaceità e forza fisica, tanta da poter sollevare fino a dieci volte il proprio peso corporeo.
Inoltre, come molti coloni umani hanno fatto notare in diversi episodi della serie, emanano un odore piuttosto pungente.
Vale però la pena di sopportarlo, perché la loro saliva – che secernono in quantità – ha incredibili proprietà al limite del taumaturgico e può essere usata per curare virtualmente qualsiasi malattia.

Passando oltre, la società dei grendler è ancora primitiva (come testimoniato anche dai “vestiti” che indossano, poco più che stracci) e loro non sono sveglissimi.
Non se ne sa molto altro se non che è nomade e fortemente basata sul baratto. Un tratto che, unito a un’indole estremamente egoista, li rende poco affidabili: se è per il loro interesse, infatti, non esiteranno a tradire chiunque, abbandonarlo nel momento del bisogno o a rubare.
Sembra tuttavia che in contrapposizione a questo abbiano una sorta di rudimentale codice d’onore basato sulla sacralità delle promesse, ma è una cosa ancora da verificare bene.

Ultima curiosità: per qualche strano motivo, i grendler vengono “inebriati” dal sangue umano. Per loro è una vera e propria sostanza stupefacente e farebbero carte false per acquisirne anche solo un pochino.

MARTEDÌ DELLO XENO – GLI ADIPOSE

 

Oggi, al MARTEDÌ DELLO XENO, delle creaturine simpatiche e pacioccose, provenienti dall’universo del Doctor Who.

Gli Adipose sono una specie extraterrestre originaria del pianeta Adipose III, composta – essenzialmente – da grasso corporeo senziente.
Hanno infatti l’aspetto di veri e propri “blocchi” biancastri vagamente antropomorfi, con braccia e gambe piuttosto tozze. Il volto invece, composto da un paio di occhietti neri e una piccola bocca, è incassato nella parte alta del busto.

Della loro biologia, purtroppo, sappiamo pochissimo: solo che appena nati pesano circa 1 kg, mentre da “adulti” diventano molto più grossi.
Ciò che colpisce è però il loro metodo di riproduzione.

Sfruttano infatti gli abitanti di altri pianeti, che loro chiamano “mondi nursery”, come base, facendo in modo che assumano una particolare sostanza (nel caso dei terrestri, sotto forma di pillole dimagranti).
Una volta dentro il corpo, il piccolo adipose prende forma accumulando il grasso corporeo dell’ospite e, quando è pronto, se ne separa portandolo con sé (di solito durante la notte).
Un processo che, entro certi limiti, non è nemmeno nocivo, anzi: l’adipose porta via il grasso in eccesso dell’ospite, che si sveglia letteralmente più magro.

Va però aggiunto che, all’occorrenza, le creaturine (uso il plurale perché da un corpo ne possono venir fuori anche più di uno per volta) sono in grado di tramutare gli altri tessuti in grasso dal quale prendere forma, fino a consumare letteralmente tutto l’ospite. Gli adipose nati in questo modo però sono più deboli, quasi malaticci.

Ultima curiosità che rivela anche perché ve ne sto parlando oggi: stando al romanzo accessorio (ma canonico) “Doctor Who: Time Traveller’s Diary” di Chris Farnell, il 3 gennaio è il giorno in cui le nascite di adipose raggiungono il picco su tutti i mondi nursery.
Questo perché le varie specie ospiti cercano di attenersi ai buoni propositi di perdere peso durante l’anno nuovo.

GIOCARE FALLOUT CON L’INTELLIGENZA BASSA

Uno dei tocchi di classe della saga di Fallout che più mi ha divertita scoprire è che in quasi tutti i giochi (soprattutto i primi due e New Vegas) sono previste opzioni di dialogo speciali per i personaggi che hanno un basso valore nella caratteristica Intelligenza.

Si tratta spesso di conversazioni o descrizioni dell’ambiente esilaranti, cariche di ironia e molto lontane dal politically correct, che dipingono il protagonista come (giustamente) poco brillante, con un atteggiamento infantile o addirittura in grado di esprimersi solo attraverso suoni gutturali, come un cavernicolo.

Ciò nonostante è comunque possibile completare il gioco, anche se l’impresa è davvero molto ardua.
La maggior parte dei PNG e persino dei Compagni tenderà infatti a ignorare il personaggio, considerandolo troppo stupido per perdere tempo a parlarci, cosa che di fatto precluderà la maggior parte delle quest secondarie.
Altri cercheranno invece di approfittarsi della sua ingenuità, per esempio non ricompensandolo adeguatamente al termine di una missione, mentre altri ancora (pochi) sceglieranno di dargli una mano solo perché mossi dalla pietà.

In ogni caso sembra essere un’esperienza divertente, perfetta per una seconda partita da fare dopo aver già terminato il gioco. Sicuramente vorrò fare un tentativo, non appena avrò l’occasione (e il tempo)!

Voi avete mai provato a giocare in questo modo? Come vi siete trovati?

MARTEDÌ DELLO XENO – I KINGON

 

Oggi, al MARTEDÌ DELLO XENO, degli alieni di cui ho scoperto l’esistenza da poco, ma che mi hanno fatta ridere così tanto da volerne parlare subito in questa rubrica.

I Kingon sono creature ibride ottenute dall’incrocio di una femmina klingon e un Re di qualche tipo (presumibilmente umano).
A livello estetico si presentano praticamente come i klingon veri: alti, possenti, con la carnagione bronzea e le tipiche creste sulla fronte. In più, però, indossano una corona.

Della loro civiltà invece non si sa nulla, solo che sono disposti a tutto – anche agli escamotage più subdoli – pur di mettere le mani sui bicchieri collezionabili di Star Trek della Burger King.

I kingon sono infatti protagonisti della campagna promozionale messa in atto dalla famosa catena di fast-food per il mercato americano nel 2009, in occasione dell’uscita del film “Star Trek” di J. J. Abrams.
Per questo sono apparsi in diversi spot televisivi deliziosamente trash, ed era anche stato aperto un apposito sito web intitolato “Kingon Defense Academy”, dove veniva insegnato come difendere i propri bicchieri dai loro attacchi.
Oggi purtroppo quest’ultimo è stato dismesso ma fortunatamente (?) i preziosi insegnamenti sono ancora reperibili sul canale YouTube, di cui vi lascio il link.

(Se vi interessa, comunque, si trovano facilmente anche molti degli spot mandati in onda in televisione.)

Ma perché i kingon volevano a tutti i costi questi bicchieri?
A quanto pare, perchè contenevano cristalli di dilitio, un minerale raro e prezioso, essenziale per far funzionare i motori a curvatura delle astronavi.

LE FIGURINE DI MARS ATTACKS

 

Quando si parla di “Mars Attacks!”, di solito, la prima cosa che viene in mente è il film del 1996 per la regia di Tim Burton. Ma sapevate che in realtà il franchise è molto più vecchio?

Tutto è cominciato con una serie di figurine uscita in America nel 1962, pubblicata dalla Topps attraverso la sussidiaria Bubbles Inc.
Ai tempi venivano vendute in pacchetti da cinque (contenenti anche delle gomme da masticare) e, accompagnando le immagini con brevi paragrafi di testo, raccontavano la storia dell’invasione della Terra da parte di cattivissimi marziani.

Visti i toni delle illustrazioni, spesso molto violente, le carte divennero subito molto popolari tra i bambini. Un po’ meno, invece, tra i genitori… e infatti le proteste non tardarono ad arrivare, cosa che costrinse l’azienda a ritirarle dal mercato.
Troppo tardi, però: ormai il mito era nato.

Infatti quelle figurine divennero (e sono tutt’ora) ricercatissime dai collezionisti.
E, a partire dalla metà dagli anni ottanta, non solo sono state ristampate più volte ma l’universo di Mars Attacks è stato via via espanso con nuove serie di carte collezionabili, fumetti, giocattoli e altro merchandise, oltre al film di cui accennavo all’inizio.

La prima serie però, quella “classica”, resta sempre la preferita dal pubblico, forse anche un po’ aiutata dall’involontaria pubblicità generata delle polemiche di allora, oltre che dal fattore nostaglia.
E in effetti anche io le trovo molto affascinanti.

Se per caso volete guardarle anche voi – un po’ come se fossero una sorta di graphic novel – ho trovato un album su Flickr che le raccoglie tutte. Vi lascio qui il link.

MARTEDÌ DELLO XENO – TRENTA-TRENTA

 

Oggi, al MARTEDÌ DELLO XENO, un personaggio apparso nella serie animata western-fantascientifica “Bravestarr”, prodotta dalla Filmation nel 1987.

Trenta-Trenta è il migliore amico dello Sceriffo Bravestarr (protagonista della serie), il suo vice e anche la sua cavalcatura.
Appartiene alle specie degli equestroidi, talvolta chiamati anche “tecno-cavalli”, un’antica civiltà di equini cibernetici altamente tecnologici, in grado non solo di parlare ma anche, volendo, di assumere fattezze antropomorfe, alzandosi in piedi sulle zampe posteriori e trasformando quelle anteriori in vere e proprie braccia.
Purtroppo però Trenta-Trenta è l’ultimo rimasto.

A livello estetico ha l’aspetto di un cavallo con il manto grigio e la criniera bianca, con tutti e quattro gli arti meccanici, color metallizzato.
Di stazza tutt’altro che minuta, poi, è anche dotato di grande forza fisica e resistenza.

Caratterialmente è un tipo piuttosto burbero e irruento, brutalmente sincero e sempre pronto ad attaccar briga. Di quelli che preferiscono risolvere i problemi subito e con la forza, in contrapposizione con il più pacato e riflessivo Bravestarr, che però sa come tenerlo a bada.
Trenta-trenta ha infatti un grande senso dell’onore e della lealtà, oltre che cieca fiducia nell’amico.

Solo a una cosa sembra tenere di più, ovvero Sarah-Jane, la sua grossa spingarda a energia. Che, ovviamente, non perde occasione di usare.

Ultima curiosità: il nome del personaggio sembra essere ispirato alle cartucce calibro .30-30 Winchester, per fucili da caccia modello 1894.

MARTEDÌ DELLO XENO – IL PESCE DI BABELE

 

Oggi, al MARTEDÌ DELLO XENO, una creatura piccola e brutta ma estremamente utile, proveniente dall’universo narrativo della Guida Galattica per Autostoppisti creato da Douglas Adams.

Il Pesce di Babele è un parassita extraterrestre di colore giallo acceso, originario di chissà quale mondo ma ormai ampiamente diffuso in tutto l’universo.
Come forma ricorda un po’ una sanguisuga e viene spesso definito “traduttore universale biologico”, perché quella è – essenzialmente – la sua funzione. Si nutre infatti dell’energia cerebrale del suo ospite e delle persone che gli stanno attorno, assorbendo le frequenze inconsce per poi espellerle direttamente nel cervello sotto forma di una matrice telepatica che le decodifica.

Spiegato in maniera più semplice, vuol dire che infilarsene uno nell’orecchio permette di comprendere istantaneamente qualsiasi linguaggio si senta.

Anche se indubbiamente apprezzata per la sua indubbia utilità, la piccola creatura non è però esente da alcuni aspetti negativi. Per esempio, avendo di fatto rimosso le barriere linguistiche tra le diverse specie e culture, è considerata in assoluto la cosa che ha causato più conflitti in tutta la storia della creazione.
Secondo una certa filosofia, poi, sarebbe anche al centro di una complessa teoria che negherebbe l’esistenza di Dio.

In ogni caso, nella realtà, il Pesce di Babele è sicuramente una delle creazioni più famose di Adams. Non solo appare in ogni “incarnazione” (libri, film, telefilm) della Guida, ma è anche stato ripreso, citato e omaggiato in tantissime altre opere.

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