EDITOR – LA QUOTAZIONE

 

Ultimo appuntamento con i post dedicati al mio lavoro di editor.

Oggi parliamo di soldini.
Argomento poco elegante, vero, ma non voglio prendervi in giro: questa è una parte che ha il suo peso.

C’è chi stabilisce un tariffario in base alle cartelle, alla lunghezza del testo o magari al numero di caratteri.
Tutte opzioni valide e rispettabili ma poco praticabili (per me).

Vi faccio un paio di esempi.
Un autore mi propone un romanzo fantasy di 450 pagine. Lo leggo e mi accorgo che c’è qualche refuso, magari alcuni passaggi da risistemare ma tutto il resto funziona bene.
Un altro autore, invece, mi manda un giallo di 100 pagine senza una struttura precisa, con una sintassi discutibile e personaggi stereotipati e incoerenti.
A questo punto è chiaro che il romanzo giallo, anche se più corto rispetto al fantasy, mi toglierà molto più tempo e risorse.

La quotazione quindi è variabile ma va stabilita sempre prima dell’inizio dei lavori, dopo la scheda di valutazione, in modo da dare all’autore la trasparenza che merita.

EDITOR – L’EDITOR RISCRIVE?

 

Terzo appuntamento dove provo a spiegarvi la mia professione di editor.
In modo easy e semplice.

La domanda più frequente quando devo lavorare a un editing è questa: “ma se sbaglio me lo riscrivi tu?”

Dunque.
Partiamo subito con un chiarimento doveroso: a fine revisione, lo scrittore deve ritrovarsi nella sua storia. Deve sentirla ancora sua, autentica.
L’editor è lì per aiutare, supportare, insegnare ma non dovrebbe mai stravolgere un’opera al punto tale da renderla estranea all’autore.
E soprattutto non dovrebbe mai entrare in un testo con il proprio gusto o giudizio personale.

Quando lavoro su uno scritto non intervengo mai pensando che “questo mi piace e quest’altro elemento non mi piace” ma con il criterio del “questo è funzionale e quest’altro non è funzionale per la trama”.

Editing e ghostwriting hanno in comune un elemento: il rispetto per le idee altrui e la delicatezza negli interventi del testo.

EDITOR – COME FUNZIONA L’EDITING?

 

Secondo appuntamento del mese dedicato al mio lavoro come editor.
In questo post vi racconto il metodo che utilizzo, quello che reputo più pratico.

Di solito funziona così: l’autore mi contatta e mi propone il testo su cui vuole lavorare e il suo obiettivo. Quindi leggo l’opera (non un pezzetto, non la sinossi) e scrivo una scheda di valutazione dove segnalo le criticità e i punti di forza.
Mi ri-confronto con l’autore, stabiliamo una quotazione (ne parlerò nei prossimi post) e, se vuole procedere con l’editing, si inizia.

Di norma si fanno tre giri di bozze dove prima correggo io e poi lascio che l’autore sistemi con le mie segnalazioni ma il numero può variare in base alla qualità dello scritto e alle tempistiche stabilite.

Sì ma perché lo scrittore non si può fare da solo l’editing?

Può farlo. In effetti, l’autore dovrebbe rivedere il proprio testo prima di mandarlo all’editor ma, come dicevo nel post precedente, arriva un momento in cui diventa difficile rivedere il proprio scritto con oggettività e freddezza.
Per questo motivo è bene affidarsi a una persona distaccata dal progetto.

EDITOR – QUANDO NE HAI BISOGNO?

 

L’altra volta abbiamo analizzato il mestiere del ghostwriter, oggi vi parlo della mia seconda occupazione: l’editor.

In modo easy e semplice.

Per tutto marzo – una volta a settimana – proverò a spiegarvi la professione e dipanare tutti i dubbi legati a quest’attività. Come sempre, non scrivo verità assolute ma solo il mio metodo e i pensieri derivati dalla mia esperienza.

Dunque, l’editor è una professionista che interviene sul testo di un autore per migliorarne la forma e la struttura. Non si tratta solo di sistemare punteggiatura, sintassi e tempi verbali, l’editor verifica la tenuta narrativa della storia, la coerenza dei personaggi e individua le cadute narrative.

La maggior parte degli scritti necessita di un editing professionale.
Far leggere la propria opera a parenti e amici va bene, ma bisogna anche confrontarsi con il mondo esterno. È un po’ il “momento della verità”, dove ti viene detto chiaramente cosa non funziona nel tuo testo.

Allora, quando dovresti rivolgerti a un editor?

– Prima di proporti a una casa editrice. Lo scritto verrà rivisto – perché ogni casa editrice ha le proprie norme redazionali – ma presentare un testo già pulito e ben scritto è sempre cosa gradita.

– Prima di auto-pubblicarti: il self publishing necessita di molta cura nella forma e nel contenuto.

– Quando vuoi migliorare la tua scrittura indipendentemente da un’eventuale pubblicazione: l’editing è anche una scuola.

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