L’ADATTAMENTO ITALIANO DI RITORNO AL FUTURO

 

Facendo ricerche su “Ritorno al futuro”, ho scoperto qualche curiosità che spero possa interessarvi.

Nella versione italiana del film, il cui doppiaggio fu diretto da Franco Rossi, i protagonisti Marty McFly e “Doc” Emmett L. Brown sono doppiati rispettivamente da Teo Bellia e Ferruccio Amendola.

E, ovviamente, in fase di adattamento dei dialoghi è stato necessario effettuare alcuni cambiamenti al testo.

Ecco qualche esempio.

– Nella versione originale, quando si trova nel 1955, Marty chiede al barista una TaB, bevanda senza zucchero prodotta dalla Coca-Cola Company che verrà commercializzata solo a partire dal 1963. E dato che “tab” in inglese vuol dire anche conto, il barista risponde “non posso darti un conto a meno che non ordini qualcosa”.
Nella versione italiana, invece, essendo questo gioco di parole non traducibile, hanno optato per la Fanta. La risposta ironica del barista, quindi, è chiedere se Marty vuole della fantascienza da bere.

Sempre nella stessa scena, nella versione originale, Marty chiede anche una Pepsi Free (versione senza caffeina della Pepsi-Cola) che il barista interpreta come una “Pepsi gratis”.
Nella nostra versione, quando il barista insiste perché Marty ordini qualcos’altro da bere, lui risponde “una Pepsi senza”. A questo punto, come in originale, il barista risponde “senza che? Se vuoi dire senza pagare hai sbagliato porta”.

– In originale, Lorraine crede che Marty si chiami Calvin Klein perché ha letto il nome scritto sugli indumenti intimi del ragazzo.
Nella versione italiana il nome è stato cambiato in Levi Strauss, generando involontariamente un anacronismo, dato che l’azienda omonima iniziò la sua attività in patria nella seconda metà del XIX secolo ed era già largamente conosciuta negli Stati Uniti del 1955.

– Quando scopre che nel 1985 il Presidente degli Stati Uniti d’America è Ronald Reagan, il quale nel 1955 era “solo” un noto attore, l’incredulo Doc Brown del passato chiede con sarcasmo se altri divi del cinema ricoprano cariche istituzionali di primo piano, quali Jerry Lewis come Vicepresidente, Marilyn Monroe come First Lady e John Wayne come Ministro della guerra.

In originale i nomi citati sono invece Jane Wyman (la prima moglie di Reagan) come First Lady e Jack Benny, un altro attore famoso negli Stati Uniti per aver dato vita a un personaggio radiofonico molto avaro, come Segretario al Tesoro.
Il nome di Jerry Lewis, ritenuto sufficientemente famoso anche da noi, venne invece mantenuto.

– Doc Brown esclama spesso “Great Scott!”, una tipica esclamazione della tarda letteratura statunitense, adattato in Italia come “Bontà Divina!” nel primo film e come “Grande Giove!” nel secondo e nel terzo.

TERRA NOVA

 

“L’unica speranza per un futuro migliore si trova 85 milioni di anni nel passato.”

Ve la ricordate?
Terra Nova era una serie televisiva prodotta da Steven Spielberg, andata in onda per la prima volta nel 2011 sui canali Fox.

La storia mi piaceva molto: c’erano distopia, viaggi temporali, DINOSAURI.

Siamo nel 2149 e la vita sul pianeta Terra è ormai prossima all’estinzione a causa dell’inquinamento e della sovrappopolazione.
A seguito di alcuni esperimenti nucleari, però, un gruppo di scienziati scopre una frattura spazio-temporale che può essere utilizzata come portale per la salvezza dell’umanità.
La destinazione è 85 milioni di anni nel passato, in un paradiso abitato da dinosauri e altre specie animali sconosciute.
Un buon posto dove fondare una nuova colonia e ricominciare.

La prima stagione, però, termina con un finale “lasciato in sospeso”.
Premiata alla 16ª edizione dei Critics’ Choice Awards, dove viene riconosciuta come una delle nuove serie tv più promettenti, nello stesso anno vince anche il premio “Migliori effetti visivi in una serie televisiva” dalla Visual Effects Society.

E la seconda stagione?

Nonostante le tante recensioni positive e i premi, l’audience registrata non coprì i costi di produzione e lasciò insoddisfatte le aspettative della Fox, che nel 2012 annunciò la cancellazione della serie.

Davvero un peccato. Terra Nova si meritava molto di più, aveva davvero un enorme futuro (o meglio, passato) davanti a sé.

FREEJACK – IN FUGA DAL FUTURO

 

Stamattina mi sono ricordata di “Freejack – In fuga nel futuro”.

Film del 1992, è ispirato al romanzo “Immortality”, di Robert Sheckley.

La trama mi è sempre piaciuta.

Siamo nel 1991 quando Alex si schianta in auto. Il suo corpo, però, svanisce nel nulla qualche secondo prima dell’impatto, rapito da una squadra di uomini del futuro, che lo trasportano nel lontano 2009.

Ci ritroviamo quindi in una New York non troppo distopica e dominata dal crimine, in cui gli abitanti sono alle prese con miseria e inquinamento.

Alex riesce a scappare dai suoi inseguitori e scopre di essere un “freejack”, cioè un corpo catturato nel passato con lo scopo di diventare un nuovo “contenitore” per le menti di ricchi potenti alla costante ricerca dell’immortalità.

Ecco, per onestà devo dire che la versione originale ebbe un esito disastroso durante la visione di prova.
Talmente pessima che il produttore fu costretto a rigirare circa il 40% del film.
E, comunque, non riscosse molto successo.

Il vero punto di forza è il cast: Anthony Hopkins, Jonathan Banks, Rene Russo e un inaspettato Mick Jagger, leader dei Rolling Stones, nel ruolo di un cacciatore di corpi.

DINO CRISIS [FANTASCIENZA IN POCHI BIT EP. 03]

Una retrospettiva su alcuni dei più classici videogiochi a tema fantascientifico.

In questo video vi racconto qualcosa su Dino Crisis, un survival horror uscito nel 1999 su PlayStation, che mescola abilmente Resident Evil con Jurassic Park.

Spiegazione semplice, da raccontare anche alla nonna.

Musica di sottofondo: Benjamin Tissot (Bensound) – Moose
https://www.bensound.com/

Parti di gameplay per gentile concessione dei seguenti canali:
TheDarkRoom86Mindgate 45, TheGameViruss, Qualcuno, PlayStationGeneration.it

LIFE IS STRANGE

 

Life in Strange è un’avventura grafica sviluppata dalla Dontnod e pubblicata da Square Enix nell’arco del 2015, in quanto è composta da 5 episodi fatti uscire in sequenza in date diverse.

La caratteristica chiave del gioco è il fatto che le scelte del giocatore influenzano gli eventi futuri (il simbolismo presente richiama chiaramente all’effetto farfalla), variando anche di molto i rapporti con i personaggi e gli sviluppi di trama.

Max, durante una lezione di fotografia del professor Jefferson, ha la visione: la sua cittadina verrà distrutta. Una volta tornata in sé la ragazza si reca in bagno dove assiste all’assassinio di una ragazza per mano di un suo compagno di classe: Nathan Prescott.
In uno sforzo improvviso Max riesce a riavvolgere il tempo e salva la vittima. Solo in un secondo momento realizza d’aver salvato Chloe Price, una sua vecchia amica d’infanzia.

Il gioco ha ricevuto molti riconoscimenti, tra cui il BAFTA Games Award per “Miglior Storia”, il “Premio del Pubblico” ai Game Developers Choice Awards.
L’interprete di Chloe, Aschly Burch, è stata premiata ai Golden Joystick Awards per la “Performance dell’anno” e la canzone di Syd Matters “To all of you” ha vinto nella categoria “Canzone, originale” ai National Academy of Video Games Trade Reviewers.

I suoi punti di forza sono infatti una trama notevole e una caratterizzazione dei personaggi (primari e secondari) studiata e toccante.

Dopo il suo notevole successo è stato sviluppato un prequel, “Life is Strange before the Storm” e una serie a fumetti distribuita in Italia dalla Panini Comics.
Nel 2018 viene fatto uscire un sequel, Life is Strange 2.
Anch’esso pubblicato a episodi, segue la storia di una coppia di fratelli totalmente staccata dagli eventi del primo gioco, anche se sono presenti dei richiami.
Pochi mesi fa, il 18 marzo 2021 è stato presentato il progetto di Life is Strange 3.

QUELLA VOLTA CHE QUANTUM LEAP CI MOSTRÒ IL 1999

“Quantum Leap” è una serie televisiva di fantascienza del 1989 diventata cult. Essa racconta le avventure dello scienziato Sam Beckett che, per aver collaudato troppo presto un macchinario di sua invenzione, viaggia nel tempo senza controllo, “scambiandosi” casualmente (o quasi) con persone di altre epoche. Suo unico accompagnatore è l’ologramma del Colonnello Albert “Al” Calavicci, migliore amico e unico punto di contatto che Sam ha con la sua epoca, il 1999.

Nonostante l’elemento fantascientifico sia presente in maniera costante all’interno della serie (viaggio nel tempo, ologrammi, super-computer), esso rimane comunque in sottofondo, dato che gli episodi sono sempre ambientati in epoche passate (indicativamente tra gli anni ’50 e ’90). Molto, molto, raramente viene mostrato il presente e quando ciò avviene la cosa resta circoscritta all’interno della base militare segreta che ospita il progetto Quantum Leap.

C’è però un’eccezione. Nell’episodio 5 della stagione 5, “Salto nel Crimine”, in cui Sam si scambia in uno psicopatico omicida, a noi pubblico viene mostrato, per la prima e unica volta all’interno della serie, un piccolissimo stralcio di quella che è la vita quotidiana nel 1999.
In breve: il criminale che ha occupato il posto di Sam riesce ad evadere dalla base segreta e, mentre Al si mette sulle sue tracce per catturarlo, egli raggiunge la città vicina, adesca una prostituta (truccata in maniera eccentrica e con indosso quelle che sono letteralmente delle lucine di Natale) con lo scopo di ucciderla e si fa condurre a casa sua.
A causa del budget probabilmente piuttosto ristretto, le location sono abbastanza limitate, ma a loro modo affascinanti.
Vediamo l’interno dell’auto di Al, in realtà piuttosto normale, ma che si rivela dotata di interessanti optional come un computer di bordo (con cui il Colonnello parla), un lettore di dischi e la possibilità di utilizzare il parabrezza anteriore come schermo.
Poi la scena si sposta in una strada in stile retrofuturistico, illuminata da molti neon e sul sottofondo della quale è possibile scorgere alti palazzi in penombra. Più un divertente cartello che ricorda che il parcheggio è riservato ai veicoli elettromagnetici.
Infine, un appartamento (o una stanza del bordello, forse), in cui lo stile cambia in futuristico. Anche qui spiccano neon di vari colori, suppellettili metallici dalle forme bizzarre e un letto/divano con sopra una coperta argentata.

Insomma, una interpretazione molto “classica”, oggi quasi al limite del cliché. Ma che, se pensiamo all’anno in cui è stato girato l’episodio (il 1992), acquista un fascino tutto particolare e mostra come all’epoca si poteva immaginare l’immediato futuro.

Qua sopra trovate una piccola galleria con alcuni screenshot che ho fatto dell’episodio.

LA MACCHINA DEL TEMPO

 

Questo post contiene qualche spoiler ma, essendo un’opera del 1895, mi prendo la libertà di parlarne un po’ più liberamente.

La macchina del Tempo è un romanzo di H.G. Wells nonché una delle prime storie ad aver portato nella fantascienza il concetto di viaggio nel tempo basato su un mezzo meccanico.
Anche se il libro è uno dei più famosi e innovativi dello scrittore, trae spunto da un’altra opera di Wells: Gli argonauti del tempo.

La trama la conosciamo tutti, ne scrivo una traccia solo per rinfrescarci la memoria.
Nell’Inghilterra di fine Ottocento, un eccentrico scienziato e inventore, grande conoscitore di fisica e meccanica, racconta ai suoi più stretti amici di aver trovato il modo di viaggiare nel tempo, ma non viene creduto.
Pochi giorni dopo, durante una cena, il protagonista ricompare in uno stato terrificante: oltre al colorito pallido e all’espressione sconvolta tutto il suo corpo è ricoperto di ferite e cicatrici e i suoi abiti sono sporchi e distrutti.
Egli racconta di aver costruito un mezzo in quarzo e avorio capace di viaggiare avanti e indietro nel tempo, ma non nello spazio, e di aver navigato lungo la corrente del tempo fino a raggiungere l’anno 802.701.
La storia non è altro che il racconto di questa grande avventura, delle civiltà conosciute e del destino dell’umanità.
Difficile dare un’opinione su un’opera tanto recensita, analizzata, vista e rivista ma provo comunque a dare un mio contributo.

IL VIAGGIATORE
Ci viene presentato come un eccentrico ricco signore al quale importa poco dell’opinione altrui e, in effetti, non potrebbe essere altrimenti.
Il Viaggiatore è il protagonista e principale voce narrante ma rimarrà sempre avvolto da un velo di mistero che ci accompagnerà per tutta la storia.
Perché ha costruito la macchina? Cosa l’ha spinto a intraprendere questa ricerca?
Alla fine sono domande che il lettore nemmeno si pone. Il ritmo incalzante si basa sugli eventi raccontati e non vuole dibattere su altro.
Mi è piaciuto come il Viaggiatore dubiti delle sue stesse percezioni mettendosi sempre in dubbio; smentendosi e rivalutando costantemente le sue tesi.
Non è un eroe, piuttosto un uomo allo sbaraglio consapevole dei suoi limiti – s’è lanciato nel futuro privo di equipaggiamento e ignaro di cosa avrebbe trovato – ma sa adattarsi e trovare soluzioni.
Direi quasi che, a eccezione della mente brillante creatrice di macchine del tempo, il Viaggiatore è il classico esploratore spinto da una fame insaziabile di curiosità quasi infantile e sognatrice – nel senso buono del termine –

I MORLOCK
Nel futuro, il Viaggiatore non trova esattamente quello che si sarebbe aspettato ma, tutto sommato, non incontra grandi difficoltà in quello che sembra essere il “paradiso dell’utopia” degli Eloi.
Questo, fino alla scoperta dei Morlock.
Sono state fatte moltissime analisi sulle similitudini esistenti tra Morlock/Classe Operaia e Eloi/Classe Borghese che riflettono la società britannica dell’epoca vittoriana.
Gli Eloi sono creature a cui non manca nulla: vivono in superficie una vita agiata, accuditi come bestie in una fattoria.
I Morlock, al contrario, occupano le viscere della Terra come veri e propri mostri. Il loro è un riscatto sulla classe borghese che, impietrita dalla paura e incapace di difendersi, non può far altro che soccombere.
Queste differenze esistono non solo a livello sociale ma anche sul piano biologico: Eloi e Morlock sono, a tutti gli effetti, due specie molto differenti a causa dell’ambiente in cui vivono.
Quello che vedo è un problema ben radicato e tremendamente inquietante di stasi dell’umanità.
Il divario tra ricchezza e povertà, secondo il libro, non solo è rimasto intatto nei secoli ma, addirittura, è peggiorato a tal punto da dividere l’umanità in predatori e prede.

Per la prima volta, la decadenza di Asimov, mi sembra un quadro quasi ottimista.

Piccola curiosità.
Alla trama del romanzo sono direttamente ispirate due opere cinematografiche:
L’uomo che visse nel futuro (The Time Machine, 1960) per la regia di George Pal
The Time Machine (2002) di Simon Wells, remake del film del 1960

LE INCONGRUENZE DI RITORNO AL FUTURO

 

Mi avete fatto notare che Ritorno al Futuro ha diversi “errori” d’incongruenza.

Li ho cercati e raccolti ma se ne conoscete altri, scrivetemeli nei commenti!

– Quando Marty ritorna al 1955, nella scena in cui attraversa la piazza di fronte alla torre dell’orologio, dietro di lui passa una macchina che fa propaganda elettorale per il sindaco. Nello stacco tra le due inquadrature, gli altoparlanti da due diventano uno solo e il cartello che mostra il volto del sindaco è girato di 90 gradi.

– Nella scena in cui Marty viene inseguito dai libici, quando viene inquadrato il contamiglia della DeLorean si può notare come le miglia percorse dalla macchina “saltino” più volte tra le 33.064 e le 32.994 senza apparente continuità. Inoltre, appare evidente che le riprese appartengano a due auto diverse, poiché la forma stessa del contachilometri e del resto della strumentazione varia da tonda a ovale.

– Per esibirsi sul palco del ballo “Incanto Sotto il Mare”, nel 1955, Marty usa una chitarra Gibson ES335. In realtà, quel modello verrà messo in commercio solo tre anni dopo, nel 1958.

– Quando, all’inizio del film, Marty arriva a casa e trova Biff intento a discutere con suo padre dell’auto appena distrutta, su di una mensola accanto a lui è ben visibile un vaso in vetro pieno di M&M. Quando pochi istanti dopo Biff si avvicina a Marty e lo apre per prenderne una manciata, invece, il vaso è pieno meno della metà.

– Quando il giovane Biff e Marty stanno litigando nella mensa della scuola, si prendono entrambi per il colletto della camicia con una mano e alzano l’altra a pugno. Nello stacco successivo, invece, Marty ha entrambe le braccia abbassate.

– Il volantino della torre dell’orologio che Marty mostra al Doc del 1955 cambia a seconda dell’inquadratura: prima è tutto stropicciato, poi solo piegato un quattro parti e infine di nuovo stropicciato.

– Nella scena in cui Marty, o meglio “Darth Vader dal pianeta Vulcano”, tortura il giovane George con musica a tutto volume, l’asciugacapelli infilato nella sua cintura scompare improvvisamente da uno stacco all’altro. Questo particolare blooper è dovuto al fatto che la scena è stata accorciata in post-produzione: in origine includeva anche una parte in cui il ragazzo rimuoveva l’oggetto dalla sua cintura.

– Possiamo notare che Marty, ogni volta che prende in mano la chitarra, commette un errore che un musicista in genere non farebbe: quello di collegare il jack prima all’amplificazione già accesa e poi alla chitarra. Sì, la sua è solo un’imprudenza, quindi non si tratta di un vero e proprio errore. Il punto, però, è che i musicisti evitano di fare ciò proprio perché danneggia l’amplificazione e produce un rumore insopportabile nel momento in cui si attacca il jack allo strumento, cosa che invece nel film non succede affatto. Ad esempio, quando Marty accende il super-stereo a inizio film, quello sarebbe dovuto esplodere nell’istante in cui inserisce il jack invece che alla prima nota, dato che quel rumore è ben più forte.

– Nel 1955, quando Marty si sveglia nel letto di Lorraine, sta piovendo a dirotto. Pochi minuti dopo, quando Marty corre a casa di Doc, il terreno è completamente asciutto e il cielo sereno.

– Alla fine del film, quando Doc sale in cima alla torre dell’orologio per collegare il cavo con cui scaricare il fulmine nella DeLorean, inciampa rompendo un pezzo del cornicione. In alcune delle successive inquadrature, però, il pezzo appare perfettamente integro.

– Se ci si fa caso, la lettera ricomposta che Doc mostra a Marty non è la stessa che il ragazzo ha scritto quando si trovava nel 1955. La calligrafia in generale e la firma sono diverse. Anche il numero delle righe non corrisponde.

LA MUSICA DI RITORNO AL FUTURO

 

Quando si parla di Ritorno al Futuro si pensa subito al concetto del tempo.
Ma Robert Zemeckis dà importanza a un altro fattore che caratterizza ogni epoca storica: la musica.

BACK TO THE FUTURE: MUSIC FROM THE MOTION PICTURE SOUNDTRACK
(Ritorno al Futuro – Colonna sonora)

– The Power of Love – Huey Lewis & The News
– Time Bomb Town – Lindsey Buckingham
– Back to the Future – The Outatime Orchestra
– Heaven Is One Step Away – Eric Clapton
– Back in Time – Huey Lewis & The News
– Back to the Future Overture – The Outatime Orchestra
– The Wallflower(Dance with Me Henry) – Etta James
– Night Train – Marvin Berry and the Starlighters
– Earth Angel – Marvin Berry and the Starlighters
– Johnny B. Goode – Marty McFly& the Starlighters

Tra le canzoni inserite nel film ma escluse nella lista si possono riconoscere:
– The Washington Post – John Philip Sousa
– Mr. Sandman – Four Aces
– The Ballad of Davy Crockett – Fess Parker
– Pledging My Love – Johnny Ace

Alan Silvestri iniziò a lavorare alla colonna sonora a sole due settimane dalla prima.

Fu lui a suggerire il gruppo “Huey Lewis & The News” per la canzone di apertura.

“The Power of Love”, inoltre, è l’unico brano – con il tema principale – presente in tutti e 3 i film: all’inizio del primo, nel secondo quando Marty Senior nella sua abitazione a Hilldale accenna alcune note con la chitarra e nel terzo al momento della gara di Marty McFly con Needles.

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