LA STORIA DI NORTON I, IMPERATORE DEGLI STATI UNITI E PROTETTORE DEL MESSICO

 

Ho trovato una “curiosità storica” che riguarda un personaggio surreale realmente esistito: Joshua Abraham Norton: Imperatore degli Stati Uniti d’America e protettore del Messico.

Norton nasce a Londra nel 1819 e a trent’anni emigra a San Francisco in cerca di fortuna.
Sbarcato in California riesce a far fruttare il suo capitale fino a quando incappa in un investimento sbagliato che lo riduce in povertà.

Così, presa carta e penna, scrive ai giornali cittadini una risoluzione in cui si proclama Imperatore degli Stati Uniti.
È il 17 settembre del 1859, e la lettera recita così:

«A perentoria richiesta e desiderio di una larga maggioranza di questi Stati Uniti, io, Joshua Norton, un tempo cittadino di Algoa Bay, Capo di Buona Speranza, e oggi e per gli ultimi scorsi 9 anni e 10 mesi cittadino di San Francisco, California, dichiaro e proclamo me stesso Imperatore di questi Stati Uniti; e in virtù dell’autorità in tal modo acquisita, con la presente ordino ai rappresentanti dei diversi Stati dell’unione di riunirsi in assemblea presso il Music Hall di questa città, in data primo Febbraio prossimo venturo, e lì procedere alla modifica delle leggi esistenti dell’Unione al fine di correggere i mali sotto i quali questa nazione si trova ad operare, e in tal modo ripristinare la fiducia, sia in patria che all’estero, nell’esistenza della nostra stabilità e integrità. Norton I, imperatore degli Stati Uniti»

Il proclama viene ignorato dai politici ma non dal San Francisco Bullettin. Il direttore del giornale decide di pubblicare l’intervento con intento satirico.

L’effetto che produce è sconvolgente.

La gente comincia a rivolgersi a Norton che gira per le strade della città dispensando ai passanti proclami e consigli.
Per il popolo Joshua diventa l’Imperatore Norton I.

Si procura un uniforme blu con decorazioni dorate e porta come “sciabola” un bastone con il quale cammina.
Da quel momento inizia con entusiasmo le sue funzioni: ispeziona cantieri navali, controlla le condizioni di lavoro di operai e si dichiara Protettore del Messico.

Il 12 ottobre 1859 “ordina” al Congresso di sciogliersi e comincia a stampare delle note di credito (generalmente da 50 centesimi) che presenta ai negozi come forme di pagamento. E che questi accettano!
La cittadinanza di San Francisco lo asseconda sempre tanto che per il resto della sua vita non paga mai i mezzi pubblici e viene spesso ospitato da molti ristoranti della città.

Chi ha avuto modo di conoscerlo non lo descrive come una persona inferma di mente ma come un uomo colto, convinto del proprio ruolo.

Nel 1862 licenzia Abraham Lincoln e ordina l’arresto del suo successore Andrew Johnson, condannandolo a pulire gli stivali dell’Imperatore.

Nel 1867 un agente decide di far sottoporre Norton a un trattamento sanitario ma l’arresto scatena lo sdegno della cittadinanza. Lettere furiose vengono scritte sui principali quotidiani di san Francisco, finché il capo della polizia Patrick Crowley non decide di scarcerarlo e di presentare delle pubbliche scuse per il comportamento della polizia.
Norton si dimostra magnanimo e perdona pubblicamente il giovane agente che lo aveva arrestato.

Da quel momento in poi tutti i poliziotti di San Francisco cominciano a fare il saluto all’Imperatore ogni volta che lo incontrano.

Norton si pronuncia più volte per la costruzione di un ponte che collegasse la baia e oggi il Golden Gate è uno dei simboli di San Francisco.

Nel 1869, l’Imperatore “ordina” lo scioglimento del Partito Repubblicano e di quello Democratico
Muore nel 1880 e ai suoi funerali si raduna una folla di oltre 30.000 persone, su una popolazione che allora non superava le 230.000 unità.
Le spese per il funerale furono coperte dalla città di San Francisco.
Sulla tomba è stata posta una pietra con una scritta: “Norton I, Imperatore degli Stati Uniti e Protettore del Messico”.

I suoi proclami sono custoditi presso il Museo cittadino di San Francisco.

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