L’INFLUENZA DI HUGH KEAYS-BYRNE SUL POST APOCALITTICO

 

A qualche mese sua scomparsa, sento sia arrivato il momento di parlarne.
Non si tratta di un post “informativo” con una lista dei suoi molteplici successi e traguardi (per quello c’è già la Wiki).

Voglio parlarne in confidenza, raccontarvi di quanto la sua influenza sia stata importante per me.

L’universo post-apocalittico (o post-atomico) fa ancora parte di quel genere poco conosciuto e apprezzato dal grande pubblico.
Poche persone riescono a sporcarsi di sabbia e ruggine. In effetti, questo, è un genere “sporco”, crudele.
Ma anche gli anni bui del Medioevo e quelli delle Guerre Mondiali. Molto altro ancora, a dire la verità. In genere, quando si deve compiere qualche turpe nefandezza, l’uomo si trova sempre in prima linea.

E allora perché il post apocalittico viene discusso meno? Perché viene valutato sempre con sufficienza?

Perché spaventa.
Perché non è ciò che siamo stati ma è l’idea di ciò che potremmo essere in futuro.
Il post apocalittico ci sbatte le conseguenze delle nostre azioni dritte in faccia. Mostra il volto di un mondo in dis-equilibrio. Palese.
E mostra solitudine, violenza e bestialità.

Penso che ci siano due persone che, più di chiunque altro, hanno saputo rappresentare queste emozioni al cinema.

George Miller: la mente.
E Hugh Keays-Byrne: l’esecutore.

Perché se Miller l’ha pensato, Hugh l’ha fatto.
Attraverso i suoi personaggi sopra le righe, disturbanti, intensi, ho potuto sfiorare un assaggio di quel futuro.
E averne paura.

SUPERHUMAN SAMURAI SYBER-SQUAD

 

Superhuman Samurai Syber Squad (spesso abbreviato con l’acronimo SSSS) è una serie televisiva statunitense prodotta da Tsuburaya Productions, Ultracom Inc. e DIC Entertainment nel 1994. Distribuita da All American Television, arrivò in Italia l’anno successivo, su rete Mediaset, seguendo la scia del successo dei ben più famosi Power Rangers.

La serie racconta le avventure di Sam Collins, uno studente delle scuole superiori che, assieme ai suoi amici Sydney, Tanker e Amp Ere, entra nella rete per combattere i mega-virus sguinzagliati dalla malvagia intelligenza artificiale Kilokahn e impedire che affliggano il mondo reale.
Come usava molto allora, si tratta di un adattamento “occidentalizzato” di una serie super sentai giapponese, in questo caso Denkō chōjin Gridman. Tutte le scene ambientate fuori dal cyberspazio sono state infatti rigirate con attori americani e in set che rappresentassero un ambiente occidentale, così da rendere più facile l’immedesimazione del (giovanissimo) pubblico nei vari personaggi.

Tutto ha inizio con un sovraccarico della rete elettrica grazie al quale Kilokahn (abbreviazione di “Kilometric Knowledge-base Animate Human Nullity”), una intelligenza artificiale sviluppata a scopo militare, guadagna la libertà e si disperde nel cyberspazio.
Pregno di odio per la razza umana, alla quale si riferisce come “polpette” (in originale “meat-things”), Kilokhan, auto-elettosi signore del mondo digitale, mette a punto un piano per espandere il suo dominio e infettare i più importanti sistemi informatici con dei mega-virus, portando così il caos nel mondo materiale.
Per la creazione di questi mega-virus (che nonostante siano dei veri e propri mostri digitali sono impersonati da attori in costume), Kilokahn decide di dare vita ai disegni di Malcolm Frink, compagno di scuola e (invidioso) rivale in amore di Sam.
Quello che i due non sanno è che, mentre sta provando con il suo gruppo, anche Sam viene raggiunto dal già menzionato sovraccarico attraverso il jack della sua chitarra elettrica e risucchiato nel cyberspazio. Dopo pochi istanti, il ragazzo torna però nel mondo reale, portando con sé un misterioso dispositivo legato al polso. Ed è proprio grazie a quello che lui, e il resto della sua band, acquisiscono la capacità di entrare a piacere nella rete per contrastare i piani di Kilokahn.

Essendo una serie pensata per i più piccoli, i toni restano sempre leggeri e la caratterizzazione dei personaggi è poco approfondita, al servizio della trama. Abbondano, poi, sketch comici e vari elementi stereotipici degli anni ’90.
In particolare, colpisce il fatto che gli scontri si svolgano in una non meglio approfondita realtà virtuale (che include perlopiù la rete telefonica e internet, ma talvolta anche elettrodomestici di uso comune) in grado di influenzare il mondo reale anche in maniera grave (ad esempio creando il caos nel traffico aereo, cancellando file nei terminali della polizia, interrompendo telecomunicazioni, etc.).

Qualche curiosità:

– Nella versione originale, a dare voce al cattivissimo Kilokahn è niente meno che Tim Curry.

– Grazie a un meticoloso riciclo di alcune sequenze vennero realizzati ben 53 episodi di Superhuman Samurai. Questa pratica non era affatto rara, all’epoca. Tant’è che alcuni altri show dello stesso tipo (ad esempio VR Troopers), nell’adattarsi al pubblico occidentale, attingevano le loro sequenze anche da più serie giapponesi diverse tra loro.

– La serie inizialmente doveva intitolarsi “Power Boy”, ma la produzione decise di cambiare il titolo per evitare confusione (ed eventuali problemi legali) con i Power Rangers della Saban Entertainment.

– Alcuni elementi della serie vennero ripresi nell’adattamento anime dell’originale Gridman, intitolato “SSSS.Gridman” e prodotto nel 2018. Le quattro S in testa al titolo, infatti, sono un esplicito riferimento a Superhuman Samurai Syber-Squad.

– Il personaggio di Amp Ere, presentato come il classico “tipo strambo” e chiave di molti sketch basati sulla comicità dell’assurdo (ad esempio girare in muta da sub per il campus scolastico, con tanto di maschera e boccaglio), è in realtà un alieno. La cosa viene scoperta nell’episodio 40, quando il personaggio rivela, attraverso una lettera di addio, di aver lasciato la Terra per far ritorno al suo pianeta natale. Verrà sostituito nella squadra dal surfista Lucky London.

ANNA

 

La miniserie televisiva italiana del 2021 creata da Niccolò Ammaniti è composta da sei puntate ed è basata sull’omonimo romanzo del 2015 dell’autore.

Un’epidemia causata da un virus proveniente dal Belgio, ha provocato la morte di tutti gli adulti. Solo i bambini ne sono immuni, fino al raggiungimento della pubertà.

Anna è una ragazzina tredicenne che, dopo la morte della madre, cerca di proteggere in ogni modo il fratellino Astor.

Ho raccolto qualche curiosità:

– Il cast di Anna – fatta esclusione per Elena Lietti e Roberta Mattei, Nicola Nocella e Sara Ciocca – è composto da esordienti.

– Perché i ragazzi chiamano il virus la: “Rossa”? Perché il contagio si manifesta con un insieme di macchie rosse, prima sul corpo e poi sul viso.

– Sia il romanzo che la serie sono stati concepiti anni, nel primo caso, e mesi prima, nel secondo, rispetto alla paura e alle restrizioni globali causate dalla pandemia da Covid-19. “La gestazione di Anna è iniziata molto tempo prima del Coronavirus. Avevo lavorato molto sulla malattia di Anna dal punto di vista dermatologico, che per fortuna con il Covid non c’entra, quindi ho fatto fatica a vedere delle cose in comune tra i due virus”, dice Ammaniti durante un’intervista.

– La colonna sonora di Anna è stata composta da Rauelsson, musicista spagnolo. Dopo aver iniziato la carriera come cantautore folk, Rauelsson si è dedicato al minimalismo, all’elettronica e alla musica ambient.
Ma in Anna ci sono tantissimi brani d’autore. La canzone della sigla che apre ogni episodio è Settembre, pezzo di Cristina Donà tratto dal disco La quinta stagione del 2007. Nel corso della storia, poi, troviamo brani di Loredana Bertè, Mia Martini, Ornella Vanoni, Frank Sinatra, i Mercury Rev e gli Alphaville.

– La serie è stata girata completamente in Sicilia. Le location includono Bagheria, Palermo, Messina, Porto Empedocle, la valle del Belice e le zone limitrofe di Santa Teresa di Riva, Gibellina, Salemi e Santa Ninfa. Un “tempismo” perfetto: le riprese della serie sono cominciate nel settembre del 2019, sei mesi prima dello scoppio della pandemia, quella vera.

Fonte: popcorntv

I NECRON [WARHAMMER 40.000 SENZA IMPEGNO EP. 10]

Un viaggio attraverso il tetro e sanguinoso universo di Warhammer 40.000. Spiegazione semplice, da raccontare anche alla nonna.

Oggi vi racconto la storia dei Necron, una razza xeno di androidi immortali.

Musica di sottofondo: Benjamin Tissot (Bensound) – Evolution https://www.bensound.com/

In collaborazione con la pagina Facebook de I Tremendi Dèi del Caos.

FILM ANNI 80/90 IN CHIAVE AFRICANA

Durante gli anni ’80 e ’90, gli artisti africani avevano il compito di rendere i poster dei film di Hollywood il più emozionanti possibile, indipendentemente dalla trama. Lo scopo delle loro opere era creare impatto: se il film era cruento, l’immagine doveva esserlo di più.
La maggior parte di queste locandine, dipinte a mano, sono state prodotte in Ghana.

“Il cinema mondiale è una lingua franca che tutti comprendiamo”, ha detto il mercante d’arte e collezionista Ernie Wolfe di Los Angeles che ha notato per la prima volta questi strani disegni durante un viaggio nel paese. “Questi poster attirano le persone perché invitano a un dialogo davvero incredibile, un confronto tra ciò che sai di un film e come lo immaginava il pittore. I disegni sono davvero fantastici.”

Durante le dittature militari degli anni ’70 e ’80, leggi restrittive hanno escluso l’importazione delle macchine da stampa su larga scala solitamente utilizzate per la produzione di poster. Per questo motivo, i ghanesi hanno realizzato a mano manifesti di film e altre insegne fino agli anni ’90.
L’unica limitazione era la dimensione delle tele: ognuna in particolare doveva stare sul lato di un sacco di farina da 50 kg o su due lati cuciti insieme.

Ma con i cambiamenti nel clima politico e nella tecnologia, negli anni, i poster realizzati a mano alla fine sono diventati obsoleti. O almeno, fino a quando i collezionisti d’arte dall’occidente non se ne sono interessati.
Oggi i migliori poster di film vengono pagati anche fino a 15.000 dollari. E con l’apertura del nuovo mercato globale, gli artisti locali hanno nuovamente iniziato a produrne di nuovi.

Ecco una piccola galleria:

ALL YOUR BASE ARE BELONG TO US

 

“All your base are belong to us” (idealmente “tutta la tua base appartiene a noi”, spesso abbreviato AYBABTU) è un meme di internet diffusosi nei primi anni del 2000 all’interno di numerosi forum umoristici, in particolare Something Awful e, successivamente, 4Chan.

Nel decennio 2000-2010 la sua fama è cresciuta a tal punto da andare oltre la rete e venire citata, talvolta con variazioni adatte al contesto, in numerosi altri media come canzoni, film, programmi televisivi, pubblicità, fumetti, videogiochi e persino cappellini e magliette.

Emblematico l’episodio del 1 giugno 2006, quando YouTube, durante una manutenzione programmata che rendeva impossibile raggiungere il sito, mostrò la scritta “ALL YOUR VIDEO ARE BELONG TO US” al posto di un normale avviso di lavori in corso.

Ma da dove ha origine questo fenomeno?

La citazione viene ripresa letteralmente dalla sequenza introduttiva del videogioco Zero Wing, più precisamente dalla versione europea per Sega Mega Drive rilasciata nel 1992, passata alla storia proprio per avere una traduzione dal giapponese all’inglese così pessima e sgrammaticata da risultare involontariamente comica.
Questo è però l’unico difetto del gioco, per altro limitato a poche schermate iniziali, che ai tempi riscontrò comunque il favore sia della critica che dei giocatori.

Ambientato nell’anno 2101, Zero Wing è uno sparatutto a scorrimento orizzontale sviluppato da Toaplan e originariamente distribuito da Namco (in Giappone) e Williams Electronics (per il mercato americano). Il gioco inizia con una nave spaziale di ritorno verso la Terra che riceve un messaggio dal gruppo di cyborg alieni CATS, i quali dichiarano di aver preso il controllo di tutte le basi del Governo Federale (“all your base are belong to us”, per l’appunto).
Prima che la nave venga distrutta, il Capitano dà ordine di lanciare alcune unità ZIG (delle navicelle monoposto molto veloci e manovrabili, equiparabili a dei caccia), affidando loro la missione di distruggere le forze aliene e liberare la Terra.

Nei panni del protagonista, Trent, il giocatore è quindi chiamato a pilotare una di queste navicelle ZIG attraverso 8 livelli a difficoltà crescente, raccogliendo vari potenziamenti lungo il percorso, nel disperato tentativo di ribaltare le sorti della guerra contro i CATS.

A QUIET PLACE

 

A Quiet Place – Un posto tranquillo è un film del 2018 diretto da John Krasinski, con protagonisti Emily Blunt e lo stesso Krasinski.

Nei primi tre mesi del 2020, gran parte della popolazione umana e animale della Terra è stata decimata da predatori alieni privi di vista ma dotati di un udito estremamente sensibile.

Ho raccolto qualche curiosità:

– Durante i 90 minuti nessun nome viene pronunciato. Si presume che il cognome della famiglia sia “Abbott” perché lo vediamo scritto sulla cassetta delle lettere.

– L’interno del negozio nel quale gli Abbott recuperano i farmaci per il figlio malato è stato saccheggiato, eccezion fatta per un solo reparto: quello delle patatine in busta. In più di un’inquadratura possiamo vedere come la spalliera di patatine, pop-corn e affini sia pressoché intatta. Facile intuire il perché: le patatine sono rumorose.

– Krasinski lo ha confermato pochi giorni dopo l’uscita di A Quiet Place: sì, queste le creature sono aliene. Non che fosse necessaria una conferma ufficiale, dato che all’inizio del film, tra i titoli dei giornali presenti nel seminterrato degli Abbott, si legge chiaramente la scritta “meteor hits Mexico with the force of a nuke” (meteora colpisce il Messico con la forza di un’arma nucleare).

– La sequenza nella quale padre e figlio incontrano l’anziano pronto al suicidio ci ha inoltre svelato la presenza di una donna ferita a morte e lasciata a terra. Le creature aliene, quindi, non attaccano l’uomo per fame, ma anche per fastidio. L’uomo è troppo rumoroso per l’udito finissimo dei mostri.

– Emily Blunt e John Krasinski nel film interpretano una coppia sposata ma i due si sono conosciuti nel 2008 e, a quanto pare, si sono innamorati a prima vista.

– Con l’intenzione di avvicinarsi ancora di più ai protagonisti del suo film e sviluppare un maggior senso di empatia, John Krasinski scelse di montare le prime versioni del film senza alcun suono. Secondo lui, A Quiet Place avrebbe potuto funzionare ugualmente anche senza alcun tipo di sonorità (che fosse quella ambientale o di accompagnamento).

– Una delle frasi principali del film è Red Means Run (rosso significa scappa). In Powderfinger, noto brano di Neil Young, c’è una frase che recita allo stesso modo, Red Means Run, con l’aggiunta della particella Son, figlio. E l’unica canzone che si sente nel film, Harvest Moon, porta proprio la firma di Neil Young.
fonti: Deliria e La scimmia pensa

LIFE IS STRANGE

 

Life in Strange è un’avventura grafica sviluppata dalla Dontnod e pubblicata da Square Enix nell’arco del 2015, in quanto è composta da 5 episodi fatti uscire in sequenza in date diverse.

La caratteristica chiave del gioco è il fatto che le scelte del giocatore influenzano gli eventi futuri (il simbolismo presente richiama chiaramente all’effetto farfalla), variando anche di molto i rapporti con i personaggi e gli sviluppi di trama.

Max, durante una lezione di fotografia del professor Jefferson, ha la visione: la sua cittadina verrà distrutta. Una volta tornata in sé la ragazza si reca in bagno dove assiste all’assassinio di una ragazza per mano di un suo compagno di classe: Nathan Prescott.
In uno sforzo improvviso Max riesce a riavvolgere il tempo e salva la vittima. Solo in un secondo momento realizza d’aver salvato Chloe Price, una sua vecchia amica d’infanzia.

Il gioco ha ricevuto molti riconoscimenti, tra cui il BAFTA Games Award per “Miglior Storia”, il “Premio del Pubblico” ai Game Developers Choice Awards.
L’interprete di Chloe, Aschly Burch, è stata premiata ai Golden Joystick Awards per la “Performance dell’anno” e la canzone di Syd Matters “To all of you” ha vinto nella categoria “Canzone, originale” ai National Academy of Video Games Trade Reviewers.

I suoi punti di forza sono infatti una trama notevole e una caratterizzazione dei personaggi (primari e secondari) studiata e toccante.

Dopo il suo notevole successo è stato sviluppato un prequel, “Life is Strange before the Storm” e una serie a fumetti distribuita in Italia dalla Panini Comics.
Nel 2018 viene fatto uscire un sequel, Life is Strange 2.
Anch’esso pubblicato a episodi, segue la storia di una coppia di fratelli totalmente staccata dagli eventi del primo gioco, anche se sono presenti dei richiami.
Pochi mesi fa, il 18 marzo 2021 è stato presentato il progetto di Life is Strange 3.

PROGETTO EDEN

 

Progetto Eden (in originale “Earth 2”) è una serie televisiva di fantascienza ideata e prodotta da Universal Studios e Amblin Entertainment. Fu realizzata una sola stagione di ventidue episodi, che andò in onda sulla NBC tra il 1994 e il 1995 e approdò in Italia qualche anno più tardi, nel 1998, su Rai Tre.

Trama:
Ci troviamo nell’anno 2192. A causa di un collasso ecologico avvenuto tempo prima, la Terra è divenuta praticamente inabitabile e la stra-grande maggioranza degli esseri umani vive ora a bordo di grandi stazioni spaziali orbitanti.
La mancanza di un ambiente naturale in cui crescere ha portato alla comparsa della “sindrome”, una malattia che colpisce i bambini nati sulle stazioni spaziali, annullando il loro sistema immunitario e causandone la morte prima che compiano il decimo anno di età.
In questo contesto, aggrappandosi alla speranza di poter salvare la vita a suo figlio di nove anni e nonostante le insistenti obiezioni del Concilio Governativo, la facoltosa Devon Adair organizza una spedizione coloniale verso il pianeta G-889. Lì costruiranno New Pacifica, un insediamento pensato appositamente per ospitare famiglie con bambini affetti dalla sindrome e consentirne la guarigione.
A partire sono due navi: una piccola e veloce, che fungerà da avanscoperta e avrà il compito di approntare il pianeta ad accogliere l’equipaggio della seconda nave, più grande, che arriverà 26 mesi dopo con il resto della colonia.
Dopo 22 anni di sonno criogenico, però, a causa di un misterioso sabotaggio, l’equipaggio a bordo della nave di avanscoperta si schianta rovinosamente in un punto di G-889 molto distante dal sito previsto. Ai superstiti non resta quindi che raccogliere ciò che è rimasto intero dopo l’atterraggio di emergenza e intraprendere un lungo viaggio verso il luogo dove sorgerà New Pacifica, per assolvere il loro compito prima che anche la seconda nave tocchi suolo.
Durante il loro viaggio, i coloni si troveranno a confrontarsi sia con le difficoltà dovute all’esplorazione del pianeta alieno che con le dinamiche sociali di un gruppo ristretto posto di fronte alla scarsità di risorse e ad un ambiente ostile.
Incontreranno anche due razze indigene: i goffi Grendel, esseri primitivi dediti al baratto, e i misteriosi Terriani, che comunicano attraverso una sorta di telepatia onirica e sembrano avere un contatto simbiotico con il pianeta stesso.

Curiosità:
– La cancellazione della serie al termine della prima stagione, tra l’altro lasciata in sospeso da un cliffhanger, sollevò un vero e proprio moto di protesta da parte dei fan americani. Vennero addirittura raccolti i soldi necessari a comprare una pagina sulla prestigiosa rivista Variety, chiedendo almeno una conclusione per la serie. Ciò nonostante, tutti gli appelli rimasero inascoltati.

– Devon Adair, interpretata da Debrah Farentino, fu uno dei primi personaggi femminili a ricoprire il ruolo di comandante all’interno di una serie televisiva di fantascienza.

– La trama della serie riprende ed esplora vari elementi della cosiddetta “Ipotesi di Gaia”, una teoria secondo la quale gli esseri viventi entrano in sinergia con le componenti inorganiche circostanti, creando un complesso sistema autoregolante atto a perpetrare le condizioni necessarie a mantenere la vita sul pianeta.

– Nel corso della serie, vengono affrontati diversi temi sociali. In particolare, il rapporto tra i coloni di G-889 e i Terriani riflette deliberatamente alcuni aspetti della storia del colonialismo europeo.

– Nel cast regolare troviamo Clancy Brown nel ruolo di John Danziger, un operaio specializzato che nel corso della serie assume il ruolo di protettore del gruppo e interesse amoroso di Adair. Ma anche tra i personaggi ricorrenti sono presenti nomi di un certo rilievo, come Tim Curry e Terry O’Quinn.

– Dalla serie sono stati tratti tre libri, considerati canonici. Il primo, “Earth 2: A Novel” è la trasposizione dell’episodio pilota, mentre gli altri due, “Puzzle” e “Leather Wings” sono storie originali. Nessuno è mai stato edito in Italia.

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