LIVE VIDEOGIOCO – PSALM 5:9-13

Proviamo insieme qualcosa di nuovo: una diretta dedicata ai videogiochi!

Il titolo che ho scelto per questa prima serata – che sarà anche un po’ sperimentale, per vedere se il format vi piace e se ho settato giuste tutte le impostazioni – è Psalm 5:9-13, un horror psicologico in prima persona dove bisogna esplorare una casa molto inquietante.

L’avventura dura circa un’oretta, riusciremo a non spaventarci?

LIVE GDR – SINE REQUIE: INCUBO NEL SETTORE 55_09 (feat. Serpentarium)

Ieri sera, per ordine di Z.A.R., sono tornata sul canale YouTube di Serpentarium per una nuova avventura ambientata nel Soviet di Sine Requie Anno XIII!

Matteo Curte Cortini ha fatto da Cartomante al team composto da Giulia Mannucci, Silvia di Escilgioco, Arianna Mossotti e la sottoscritta.

L’avventura s’intitola “Incubo nel Settore 55_09” e ci vede vestire i panni di un gruppo di soldati incaricati di mantenere l’ordine in un reparto dove vengono prodotte munizioni.

Ma cosa ci aspetta davvero in quei claustrofobici corridoi?

MARTEDÌ DELLO XENO – GLI IMMORTALI

 

Oggi al MARTEDÌ DELLO XENO degli alieni che negli anni ’90 hanno causato moltissime polemiche e quasi rischiato di far chiudere l’allora nascente franchise di Highlander.

Secondo l’interpretazione – oggi considerata non canonica – proposta dal secondo film della serie, “Highlander II – Il ritorno”, gli Immortali sono extraterrestri provenienti dal pianeta Zeist.

Esteticamente indistinguibili da un qualsiasi essere umano, fintanto che la loro testa non viene recisa dal corpo, queste persone guariscono da qualsiasi ferita e non invecchiano.

Per qualche misterioso motivo, però, queste capacità funzionano solo se si trovano sulla Terra, dove i peggiori criminali e coloro che si oppongono al dispotico regime che governa Zeist vengono esiliati.
Qui sono costretti a prendere parte al “Gioco”, cioè duellare tra loro, eliminandosi a vicenda fino a quando non ne resta solamente uno. Il vincitore ottiene in premio la conoscenza di tutti gli altri Immortali che ha sconfitto – assorbita un po’ alla volta, al termine di ogni duello – e, a scelta, la mortalità oppure la possibilità di tornare sul pianeta d’origine.

Nel caso si scelga di invecchiare, comunque, nel momento in cui un altro Immortale dovesse giungere sulla Terra, il Gioco ricomincerebbe immediatamente, tra l’altro ringiovanendo il precedente vincitore fino all’età che aveva quando è stato esiliato.

Se tutto questo vi sembra inutilmente contorto, strano e nemmeno tanto convincente, anzi che proprio non sta in piedi, beh… non siete i soli.

Dopo il successo del primo film, infatti, il produttore William Panzer decise di portare avanti la storia con un sequel che desse finalmente una risposta ai fan che insistevano a voler conoscere l’origine degli Immortali. E, non si sa bene perché, volle anche ambientare tutto in un lontano futuro.
Le tante riscritture, cambi di programma, finanziatori impiccioni e mille altre difficoltà che la pellicola dovette affrontare per venire alla luce però, minarono il progetto alle fondamenta: a un certo punto sembra che l’intero cast si dichiarò convinto che la sceneggiatura fosse pessima e lavorò senza entusiasmo, solo per ricevere il compenso e adempiere agli obblighi contrattuali.
Lo stesso fece il regista Russell Mulcahy, che tentò addirittura di farsi accreditare con uno pseudonimo.

Il giudizio peggiore di tutti fu però quello del pubblico, che si sentì preso per i fondelli e finì col destestare l’idea che gli Immortali venissero da un altro pianeta.

L’insuccesso e le lamentele furono tali che i film successivi della saga ignorarono completamente quanto raccontato in Highlander II, estromettendolo dal canone, e in nessun’altra produzione del franchise venne mai più accennato nulla a proposito di Zeist o dell’origine extraterrestre degli Immortali.

Anche nella versione Director’s Cut (chiamata “Renegade Version”) rilasciata dal regista nel 1995, gli Immortali vengono ridisegnati come originari del pianeta Terra, provenienti da un’antica civiltà, e i loro reietti banditi in epoche future casuali.

Nonostante tutto, il film è considerato uno dei più brutti di sempre. E, come recita la didascalia nella sua pagina su Rotten Tomatoes, “avrebbe dovuto rimanerne soltanto uno”.

LIVE GDR – OLD SCHOOL ESSENTIALS: LA MALEDIZIONE SOTTO LA MONTAGNA (feat. Coboldo Channel)

Ieri sera sono stata ospite sul canale YouTube di Coboldo Channel per una one-shot a tema retrò giocata con il sistema di Old-School Essentials.

Oltre a Fabio dei Coboldi, che ha fatto da Dungeon Master, ad accompagnarmi in quest’avventura c’erano Leo di Dragon’s Works, Stefano di Esempi di Ruolo, Davide di Genitori di Ruolo ed Enrico dei Forgia Storie.

Cinque avventurieri vengono ingaggiati dalle personalità del villaggio di Ertaverg per ritrovare alcune persone scomparse.
La ricerca, però, unita all’inseguimento di una misteriosa e sfuggente figura incrociata nei boschi, li condurrà fino al cuore sotterraneo della montagna che un tempo era la tana del drago Smokendastral.

Cosa li aspetta laggiù?

WHITE DWARF SENZA IMPEGNO (1977-2024)

Oggi un video diverso dal solito per parlare della storia di White Dwarf, l’iconica rivista di Games Workshop, che ha da poco raggiunto il traguardo dei 500 numeri!
Come sempre, spiegazione semplice, da raccontare anche alla nonna.

Musica di sottofondo: ELPHNT – A Great Darkness Approaches, Can You Feel It?

In collaborazione con la pagina Facebook de I Tremendi Dèi del Caos

Un ringraziamento speciale ai ragazzi di Agilebalzo per avermi fatto usare la clip che vedete nel video!

UNA FRESCA GIORNATA TRA LE BATTAGLIE

 

Due parole sul torneo di Warhammer 40.000 Black Tower Summer Edition al quale sono stata ospite domenica 16 giugno.

Evento super piacevole, in una location davvero suggestiva e fresca: eravamo in tanti ma comunque c’erano i tempi e gli spazi per godersi le partite con agio.

Sono stata molto contenta di aver scoperto un altro po’ l’ambiente competitivo (che da giocatrice occasionale non conosco molto), di aver potuto girare tra i tavoli a guardare un sacco di belle miniature (ce n’erano davvero di stupende!) e parlare con tanti appassionati del settore!

Volevo quindi ringraziare l’associazione ludica La Torre Nera di Crema per la grande ospitalità. Spero di rincontrarvi presto!

MARTEDÌ DELLO XENO – GLI HOBGOBLIN

 

Oggi al MARTEDÌ DELLO XENO una specie con un nome che ricorda molto D&D (anche se non c’entra nulla).

Gli Hobgoblin sono alieni mostruosi provenienti da un pianeta sconosciuto, protagonisti dell’omonimo film del 1988: una commedia horror – magnificamente sottotitolata “la stirpe da estirpare” per il mercato italiano – prodotta sulla scia del successo di altri mostriciattoli pericolosi e dispettosi, come i Gremlins o i Critters.

E, in effetti, il loro aspetto fisico ricorda un po’ quello che potrebbe nascere dall’unione tra un gremlin e un gatto a pelo lungo.

Sono infatti di taglia abbastanza contenuta, alti meno di mezzo metro, con la pelle verdastra, occhi gialli dalle pupille a taglio e lunghi artigli affilati, così come i loro denti.
Buona parte del corpo, soprattutto la schiena, gli arti e la testa – incluse le orecchie – sono inoltre ricoperti da una folta pelliccia grigia.

La loro capacità più peculiare, però, è quella di leggere la mente delle persone e proiettare psichicamente delle illusioni (comunque tangibili e potenzialmente nocive) che si rifanno ai loro desideri più profondi.
Un meccanismo che, vista la loro indole maligna, queste creature usano per tormentare le loro vittime. E non per mangiarle o altro, ma solo per puro e semplice sadismo!

Una trappola particolarmente infame, visto che l’unico modo per mettere fine a una di queste illusioni, sembra, è quello di fare fuori lo specifico Hobgoblin che l’ha generata.

CORTO CIRCUITO

 

“Corto Circuito” è un film di fantascienza del 1986 per la regia di John Badham, nonché (assieme al suo sequel del 1988) un caposaldo della programmazione televisiva per ragazzi degli anni ’90.

Il punto forte della pellicola, quello di cui tutti si ricordano e anche ciò per cui è stata investita la maggior parte del budget, è sicuramente il robot protagonista, Johnny 5, animato attraverso effetti speciali pratici (radiocomandi, suite di telemetria, etc.) per interagire realmente sul set con gli altri attori.

Il risultato fu molto convincente. E in effetti, a dirla tutta, forse complice anche il doppiaggio, da bambina, con quelle sorte di alettoncini che gli fanno da sopracciglia, lo trovavo decisamente molto espressivo.

La trama è piuttosto semplice, ma godibile: l’azienda NOVA Robotics ha costruito cinque prototipi di robot militari (con tanto di cannone laser sulla schiena) e, durante un temporale, il numero 5 viene colpito da un fulmine.
Il corto circuito sortisce lo strano effetto di dotare il robot di autocoscienza e, per una serie di coincidenze e vicissitudini, lo conduce fino a casa dell’ecologa Stephanie Speck.
Grazie a lei, Numero 5 comprende di essere “vivo”. Una tesi che però l’azienda rigetta, ritenendolo semplicemente un prodotto difettoso (e pericoloso) e preferendo optare per la sua distruzione.
Il robot e la sua nuova amica, aiutati dal Professor Newton (lo scienziato che l’ha progettato) sono quindi costretti a darsi alla fuga per evitare che il poverino venga “terminato”.

Ultima curiosità: il concept originale del film era vagamente ispirato a un racconto di Asimov intitolato “AL-76”, dove un robot minerario destinato alla Luna viene per sbaglio consegnato in una piccola cittadina rurale della Virginia.
Inizialmente spaesato, l’automa riesce poi ad andare molto oltre la sua originale programmazione proprio grazie alle esperienze vissute in un contesto diverso da quello per cui era stato pensato.

LA EXXON VALDEZ IN WATERWORLD

 

*Piccola curiosità su Waterworld*

Durante la lettura del tatuaggio sulla schiena di Enola, il Diacono si avvicina a una fotografia e dice: “Capitano San Joe ci siamo, dopo secoli e secoli di buio”.

Ma chi è San Joe?

Si tratta di Joe Hazelwood, capitano della petroliera Exxon Valdez [che poi si rivelerà essere proprio la stessa del Diacono].

La nave è tristemente famosa per un incidente che provocò una delle più grandi fuoriuscite di petrolio della storia.

Una petroliera immensa: lunga 300 metri e larga 50, il 24 marzo 1989 attraversò lo stretto di Prince William carica di petrolio.
Il comandante chiese al locale comando della guardia costiera di cambiare rotta per evitare alcuni piccoli iceberg ma per una serie di equivoci le manovre furono troppo lente e la nave urtò contro una scogliera disperdendo nell’ambiente circa 42.000 m³ di greggio e inquinando 1.900 km di coste.

La società Exxon fu poi condannata in sede civile e penale per oltre un miliardo di dollari: il maggior risarcimento fino ad allora mai registrato per un disastro industriale.

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