Conoscete SeaQuest DSV, arrivato nel nostro paese come “SeaQuest – Odissea negli abissi”?
È un telefilm prodotto per la NBC dal 1993 al 1996, per un totale di tre stagioni, che va a inserirsi in quel filone “alla Star Trek” riportato in auge negli anni ’90 dal grande successo di The Next Generation.
SeaQuest però fu tutt’altro che fortunato. Anzi, i continui litigi fra produttori, membri del cast e funzionari della rete (che proprio non riuscivano a trovare un accordo anche solo su cosa fare del telefilm stesso) portarono a continue riscritture, cambi di personale, di attori e di posizionamento nel palinsesto che, alla fine – perdonatemi la battuta – lo fecero colare a picco.
E dire che le potenzialità c’erano: invece di “spararci nello spazio” come molte altre, la serie si distingueva per concentrarsi sull’esplorazione degli abissi del nostro pianeta, altrettanto sconosciuti. Il tutto ambientato in un futuro prossimo (il 2018) dove l’umanità ha esaurito tutte le risorse di superficie e, tra uno sconvolgimento geopolitico e un altro, è stata costretta a intraprendere la colonizzazione sottomarina per andare a intaccare quelle sommerse.
In questo scenario si muove l’avanzatissimo super-sottomarino SeaQuest DSV 4600, guardiano degli abissi e impegnato, di episodio in episodio, in missioni di esplorazione, diplomatiche, prevenzione di disastri ecologici e di respingimento degli attacchi portati avanti da nazioni ostili.
Senza però dimenticarsi di lasciare il giusto spazio allo sviluppo delle relazioni tra i membri dell’equipaggio (che include persino un delfino di nome Darwin, in grado di comunicare con gli umani grazie a un particolare dispositivo).
Nonostante le difficoltà di cui vi parlavo prima, comunque, la prima stagione ottenne un discreto successo di pubblico, anche grazie al fatto che si incentrava perlopiù su avventure verosimili dallo sfondo scientifico ed ecologista.
Con la seconda, invece, entrarono in campo cose fantascientifiche e altre più “strane”, come alieni, ingegneria genetica, poteri paranormali, mostri giganti (tra cui un coccodrillo preistorico, un verme sputafuoco, piante assassine e – direttamente dal Warp – un antico demone). Più l’elemento che è universalmente riconosciuto come la dinamite di una serie TV, delicato e instabile, da usare con estrema cura e parsimonia: i viaggi nel tempo.
La terza stagione, che iniziò con un salto in avanti di 10 anni e un cambio del Capitano, puntò infine a toni più oscuri, intrigo politico e battaglie. Ma questo non fu sufficiente a salvarla dalla cancellazione, tra l’altro avvenuta a metà, senza che la storia avesse un vero epilogo.