Oggi parliamo del più grande maestro di sopravvivenza: il tardigrado.
Viene chiamato “orso d’acqua” anche se le sue dimensioni variano da meno di 0,1 mm a 1,5 mm.
Il corpo tozzo e cilindrico è costituito dal capo e da quattro metameri, ciascuno dei quali porta un paio di zampe che in molte specie marine sono parzialmente retrattili con un meccanismo telescopico.
La sua respirazione è esclusivamente cutanea: le piccole dimensioni, e quindi l’elevato rapporto superficie/volume, rendono infatti superfluo un apparato respiratorio.
I tardigradi sono diffusi in tutto il pianeta. Ci sono specie marine, terrestri e adattate alle acque dolci.
Sono stati osservati in tutti i continenti, Antartide inclusa, e a tutte le altezze, dalle zone oceaniche abissali ad altezze superiori ai 6000 metri in Himalaya.
Hanno sviluppato una serie di meccanismi difensivi che permettono loro di sopravvivere (per parecchio tempo) in condizioni estreme come:
– Totale disidratazione.
– Alti livelli di radiazione, raggi UV-A e perfino raggi UV-B.
– Mancanza d’ossigeno.
– Temperature che sfiorano i 151 °C e a −200 °C.
Un esperimento dell’Università di Kristianstad ha inoltre dimostrato come alcune specie possano sopravvivere per dieci giorni nello spazio.
Sono anche comparsi al cinema, nel film del 2018 Ant-Man and the Wasp durante la discesa di Hank Pym verso il Regno Quantico.