AMBIENTAZIONE: LO SCHELETRO DI LIBRI E GDR

 

Qual è il primo aspetto che attira la curiosità di un lettore? L’ambiente in cui si svolgono le vicende.

Creare un mondo convincente dove dar vita ai propri personaggi non è per nulla semplice ma è un passaggio fondamentale per la buona riuscita di un’opera.

In questo il GDR ci può aiutare.

Basta leggere il manuale di un qualsiasi gioco di ruolo per renderti conto che l’ambientazione è il primo elemento a condurti nella storia.

Ti trovi in un futuro lontano o negli anni bui del Medioevo? Sei nel periodo della Grande Guerra? Oppure in un’altra dimensione dove le regole del nostro mondo sono state stravolte?

In fase di creazione non c’è limite alla fantasia ma, quando prendi in mano il tuo foglio – fisico o virtuale – devi rendere quell’universo credibile e funzionale.

Ma come riordinare le idee e mettere delle solide basi sotto i piedi dei personaggi?

Ci sono diversi modi di procedere: oggi racconto ciò che mi ha sempre aiutato sia come scrittrice sia come master di gioco.

1- Scegli ciò che ti piace.
Soprattutto se sei alla tua prima opera (o campagna), non lanciarti subito in ambientazioni che non conosci o di cui hai sentito parlare solo qualche volta. Resta in un ambiente sicuro, per te confortevole. Pensa alle opere che ti hanno emozionato, alle storie in cui hai finto di essere il protagonista. Ricorda le sensazioni che hai provato.

2- Guardati intorno.
La tua ambientazione è già stata utilizzata da altri autori? Informati, leggi quanto più possibile: otterrai spunti che andranno ad arricchire la tua fantasia.

3- Ogni scelta ha un senso.
Il mondo che hai creato deve comunicare qualcosa al lettore.
Immagina gli odori, i sapori, le persone o creature che abitano quell’universo e chiediti come vivano le loro vite. Se sono felici o, al contrario, cosa li renda insoddisfatti.

Lascia che i pensieri scorrano fluidi ma crea anche solidi argini entro cui restare: la coerenza tra ambientazione e narrazione è fondamentale.
Sono due rette che viaggiano parallele.

Immagine: Mike Winkelmann

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