Un altro aspetto che accomuna scrittori e giocatori di ruolo è il bisogno di collocare i personaggi all’interno di un universo narrativo.
Luoghi ben descritti, anche se raccontati nei minimi particolari, sono poco efficaci se non si mantiene una certa coerenza durante lo sviluppo della storia.
Il rischio di cadere in contraddizioni è molto alto, soprattutto se la trama è incentrata sull’importanza dei dettagli.
Il genere “giallo” gioca molto sulle componenti d’ambientazione: un angolo cieco, una visuale dall’alto, potrebbero essere la chiave per risolvere il mistero.
O, ancora, un’opera incentrata sul viaggio deve necessariamente rappresentare con efficacia il percorso affrontato.
Se si narra una storia inserita in un contesto reale si può ricorrere a Google Maps ma se la scenografia è originale occorre dare forma al mondo.
Per questo motivo disegno sempre delle mappe.
E lo faccio su qualunque scala: continentale, cittadina o piantine delle stanze (a seconda della necessità).
Vedere “le forme” della mia immaginazione è una strategia che mi ha aiutato in diverse occasioni, spesso aprendomi nuovi spunti narrativi.
Non occorre essere dei disegnatori professionisti, basta anche una bozza che indentifichi i punti di riferimento da consultare all’occorrenza.