Scopriamo come va a finire “Sanitarium”, l’avventura grafica horror del 1998 dai toni onirici e disturbanti che stiamo giocando insieme da qualche settimana.
Dopo un grave incidente stradale, un uomo si risveglia all’interno di un tetro e inquietante manicomio con il volto ricoperto di bende e affetto da amnesia.
Qui, in equilibrio tra ragione e follia, senza avere ben chiaro cosa sia reale e cosa un incubo, dovrà ritrovare la propria identità e affrontare i fantasmi del suo passato.
La volta scorsa, dopo aver rischiato di rimanere bloccati nella cella frigorifera di un obitorio per sempre, aver risolto enigmi con occhi di vetro e parlato con il cugino spettrale di Barbalbero, siamo rusciti ad avere accesso al laboratorio del Dottor Morgan, ormai chiaramente identificato come colui che ci sta causando tutto questo calvario.
L’infame, però, è riuscito a teletrasportarsi via grazie a uno strano marchingegno.
Nell’inseguirlo, ci siamo ritrovati in un antico villaggio azteco, nei panni del sacro guerriero Olmec (o, più precisamente, della sua statua). E qui, tra discussioni con gli spiriti dei caduti e nomi impronunciabili, dobbiamo sconfiggere il dio Quetzalcoatl, che sta piagando il luogo con terremoti e altre sciagure.
Dopo aver recuperato tre totem sacri da altrettanti templi, ora dobbiamo affrontare un pericoloso labirinto sotterraneo.
Ci riusciremo, oppure rimarremo intrappolati lì dentro come era successo con l’obitorio?