MARTEDÌ DELLO XENO – GLI UOMINI MECCANICI

 

Oggi al MARTEDÌ DELLO XENO dei piccoli alieni apparsi in un episodio della serie “Lost In Space” (quella originale del 1965).

Gli Uomini Meccanici sono dei robottini extraterrestri provenienti dal pianeta Industro, alti al massimo una trentina di centimetri e con una forma solo vagamente antropomorfa.
Il loro corpo è interamente metallico, fatta eccezione per la testa, che ricorda un po’ il bulbo di una lampadina.
Di fatto sono la copia in miniatura di B9, il robot che accompagna la famiglia Robinson – protagonisti della serie – nella loro involontaria esplorazione dello spazio.

Sulle loro origini si sa poco: si presume siano stati costruiti da un’altra specie senziente, ma nient’altro.
A livello di capacità invece amano descriversi come super-intelligenti, resistenti alla ruggine e soprattutto auto-olianti. In più sono chiaramente frutto di una tecnologia avanzata, dato che vantano diversi gadget molto pericolosi, dalle bombe a un misterioso dispositivo capace di trasferire la coscienza di una persona da un corpo all’altro.
Un dettaglio che li rende molto pericolosi, considerando che sono di indole malvagia, apparentemente programmati solo per impadronirsi di altri pianeti con la forza.

Secondo una leggenda vecchia di almeno diecimila anni (dicono loro) un potente guerriero sarebbe infatti dovuto arrivare per diventare il loro leader e condurli in una nuova era di conquista intergalattica. Una figura che loro identificano nel robot della famiglia Robinson.
Quando però scopriranno che la personalità di B9 è gentile, servizievole e premurosa nei confronti degli umani, ne resteranno molto delusi e scambieranno la sua personalità con quella del malvagio Dottor Smith, dando inizio a una grossa serie di guai.

Ultima curiosità: i piccoli robot utilizzati in scena sono esattamente gli stessi prodotti dalla Remco per la linea di giocattoli legata alla serie, solo ridipinti con gli stessi colori di B9, visto che per qualche strano motivo erano stati messi in commercio di vari altri colori.

TEAM KNIGHT RIDER

 

Sono sicura che se dico “Supercar” tutti pensano alla serie originale del 1982, con un David Hasselhoff d’annata che scorrazza a bordo dell’automobile KITT risolvendo crimini di ogni genere.

Ma sapevate che il franchise ha dato vita anche a degli spin-off e tentativi di reboot, per quanto nessuno particolarmente ben riuscito?

Per esempio, io ho da poco scoperto l’esistenza di “Team Knight Rider”, una serie inedita in Italia e andata in onda sulle reti private americane a partire dal 1997, per una singola stagione di 22 episodi.

Già il titolo dice tutto: invece che una sola accoppiata uomo/macchina, questa volta a combattere il male c’è un’intera squadra, composta da cinque piloti umani e altrettanti veicoli – due moto, due fuoristrada e un’auto sportiva – dotati di intelligenza artificiale, gadget high-tech e personalità piuttosto folkloristiche.

Un vero e proprio seguito della serie originale, tanto che nell’ultimo episodio comparirà persino Micheal Knight (di spalle, interpretato da un sosia), ma che purtroppo non riscosse lo stesso successo, finendo cancellata al termine della prima stagione e completamente ignorata nelle produzioni successive del franchise.

ASTARTES – La storia e i miei pensieri sul CORTOMETRAGGIO di SYAMA PEDERSEN

Un viaggio attraverso il tetro e sanguinoso universo di Warhammer 40.000. Spiegazione semplice, da raccontare anche alla nonna.

Oggi vi racconto la storia Astartes, un cortometraggio indipendente che ha riscosso talmente tanto successo da finire acquistato e canonizzato da Games Workshop!

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MARTEDÌ DELLO XENO – I GRENDLER

 

Oggi al MARTEDÌ DELLO XENO una razza che potrebbe andare d’accordo con i Ferengi di Star Trek.

I Grendler sono una specie extraterrestre originaria del pianeta G-889, apparsi nel telefilm “Progetto Eden”, prodotto da Universal Studios e Amblin Entertainment nel 1994, purtroppo per una sola stagione.

Alti circa un metro e mezzo, molto tozzi e goffi, hanno una postura tutto sommato antropomorfa, anche se parecchio ingobbita in avanti.
La testa sembra infatti quasi incassata nel busto, culminando in un grosso muso con bocca, orecchie e narici piuttosto larghe, contrapposte a occhi piccoli e privi di sclera.
Mani e piedi hanno poi solo quattro dita, mentre la pelle è a scaglie – forse retaggio di un’ascendenza rettiliana – e spessa, di colori che variano dal marroncino chiaro a un grigio-bluastro piuttosto scuro.
Anche se non sono per nulla agili o veloci, hanno una grande coriaceità e forza fisica, tanta da poter sollevare fino a dieci volte il proprio peso corporeo.
Inoltre, come molti coloni umani hanno fatto notare in diversi episodi della serie, emanano un odore piuttosto pungente.
Vale però la pena di sopportarlo, perché la loro saliva – che secernono in quantità – ha incredibili proprietà al limite del taumaturgico e può essere usata per curare virtualmente qualsiasi malattia.

Passando oltre, la società dei grendler è ancora primitiva (come testimoniato anche dai “vestiti” che indossano, poco più che stracci) e loro non sono sveglissimi.
Non se ne sa molto altro se non che è nomade e fortemente basata sul baratto. Un tratto che, unito a un’indole estremamente egoista, li rende poco affidabili: se è per il loro interesse, infatti, non esiteranno a tradire chiunque, abbandonarlo nel momento del bisogno o a rubare.
Sembra tuttavia che in contrapposizione a questo abbiano una sorta di rudimentale codice d’onore basato sulla sacralità delle promesse, ma è una cosa ancora da verificare bene.

Ultima curiosità: per qualche strano motivo, i grendler vengono “inebriati” dal sangue umano. Per loro è una vera e propria sostanza stupefacente e farebbero carte false per acquisirne anche solo un pochino.

MARTEDÌ DELLO XENO – GLI ADIPOSE

 

Oggi, al MARTEDÌ DELLO XENO, delle creaturine simpatiche e pacioccose, provenienti dall’universo del Doctor Who.

Gli Adipose sono una specie extraterrestre originaria del pianeta Adipose III, composta – essenzialmente – da grasso corporeo senziente.
Hanno infatti l’aspetto di veri e propri “blocchi” biancastri vagamente antropomorfi, con braccia e gambe piuttosto tozze. Il volto invece, composto da un paio di occhietti neri e una piccola bocca, è incassato nella parte alta del busto.

Della loro biologia, purtroppo, sappiamo pochissimo: solo che appena nati pesano circa 1 kg, mentre da “adulti” diventano molto più grossi.
Ciò che colpisce è però il loro metodo di riproduzione.

Sfruttano infatti gli abitanti di altri pianeti, che loro chiamano “mondi nursery”, come base, facendo in modo che assumano una particolare sostanza (nel caso dei terrestri, sotto forma di pillole dimagranti).
Una volta dentro il corpo, il piccolo adipose prende forma accumulando il grasso corporeo dell’ospite e, quando è pronto, se ne separa portandolo con sé (di solito durante la notte).
Un processo che, entro certi limiti, non è nemmeno nocivo, anzi: l’adipose porta via il grasso in eccesso dell’ospite, che si sveglia letteralmente più magro.

Va però aggiunto che, all’occorrenza, le creaturine (uso il plurale perché da un corpo ne possono venir fuori anche più di uno per volta) sono in grado di tramutare gli altri tessuti in grasso dal quale prendere forma, fino a consumare letteralmente tutto l’ospite. Gli adipose nati in questo modo però sono più deboli, quasi malaticci.

Ultima curiosità che rivela anche perché ve ne sto parlando oggi: stando al romanzo accessorio (ma canonico) “Doctor Who: Time Traveller’s Diary” di Chris Farnell, il 3 gennaio è il giorno in cui le nascite di adipose raggiungono il picco su tutti i mondi nursery.
Questo perché le varie specie ospiti cercano di attenersi ai buoni propositi di perdere peso durante l’anno nuovo.

Cosa penso dell’episodio di SECRET LEVEL su WARHAMMER 40.000

Per chiudere in bellezza l’anno, vi racconto cosa penso di “Non conosceranno la paura”, l’episodio di Secret Level dedicato a Warhammer 40.000.
Come sempre, spiegazione semplice, da raccontare anche alla nonna.

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MARTEDÌ DELLO XENO – IL PESCE DI BABELE

 

Oggi, al MARTEDÌ DELLO XENO, una creatura piccola e brutta ma estremamente utile, proveniente dall’universo narrativo della Guida Galattica per Autostoppisti creato da Douglas Adams.

Il Pesce di Babele è un parassita extraterrestre di colore giallo acceso, originario di chissà quale mondo ma ormai ampiamente diffuso in tutto l’universo.
Come forma ricorda un po’ una sanguisuga e viene spesso definito “traduttore universale biologico”, perché quella è – essenzialmente – la sua funzione. Si nutre infatti dell’energia cerebrale del suo ospite e delle persone che gli stanno attorno, assorbendo le frequenze inconsce per poi espellerle direttamente nel cervello sotto forma di una matrice telepatica che le decodifica.

Spiegato in maniera più semplice, vuol dire che infilarsene uno nell’orecchio permette di comprendere istantaneamente qualsiasi linguaggio si senta.

Anche se indubbiamente apprezzata per la sua indubbia utilità, la piccola creatura non è però esente da alcuni aspetti negativi. Per esempio, avendo di fatto rimosso le barriere linguistiche tra le diverse specie e culture, è considerata in assoluto la cosa che ha causato più conflitti in tutta la storia della creazione.
Secondo una certa filosofia, poi, sarebbe anche al centro di una complessa teoria che negherebbe l’esistenza di Dio.

In ogni caso, nella realtà, il Pesce di Babele è sicuramente una delle creazioni più famose di Adams. Non solo appare in ogni “incarnazione” (libri, film, telefilm) della Guida, ma è anche stato ripreso, citato e omaggiato in tantissime altre opere.

MARTEDÌ DELLO XENO – I VENUSIANI CON TRE OCCHI

 

Oggi, al MARTEDÌ DELLO XENO, gli alieni protagonisti di uno dei colpi di scena più famosi della storia della televisione, apparsi nella serie antologica “Ai confini della realtà”, del 1959.

I Venusiani con tre occhi sono extraterrestri originari – lo dice il nome stesso – del pianeta Venere che, stando a quanto raccontato nell’episodio “Chi è il vero Marziano?” (numero 28, stagione 2), si sono abilmente infiltrati tra noi per studiare la nostra specie prima di un’invasione su larga scala.

A livello estetico sono del tutto identici agli esseri umani, fatta eccezione per un terzo occhio al centro della fronte, solitamente nascosto dietro a un cappello o con altri espedienti simili.
È però probabile che a livello biologico ci siano anche molte altre differenze, soprattutto considerando quanto ostile sia il clima di Venere rispetto a quello terrestre. Loro, in ogni caso, sembrano essersi adattati bene anche a quello.

Della loro civiltà e tecnologia si sa pochissimo (non è rilevante ai fini dell’episodio) ma il loro intento è chiaro: conquistare il pianeta Terra.
Proprio come vogliono fare i Marziani con tre braccia, altri alieni infiltratisi tra gli umani con lo stesso scopo, la cui flotta d’invasione è stata però annichilita da quella venusiana.

Questo viene rivelato alla fine dell’episodio, nel colpo di scena a cui accennavo prima, poco prima della sequenza in cui un venusiano si toglie il cappello e rivela il suo terzo occhio.
Una scena e un effetto speciale che, nella loro semplicità, ai tempi colpirono molto gli spettatori e finirono con l’entrare nella memoria collettiva degli appassionati di fantascienza, tanto da venire spesso citati in numerose altre opere successive.

Ultima curiosità: i venusiani di quest’episodio non sono gli unici a essere apparsi in “Ai confini della realtà”. In altre due puntate – tenendo conto solo della serie originale – vengono infatti rappresentate altre due versioni completamente diverse di extraterrestri provenienti da Venere.

CURIOSITÀ SU STAR TREK: THE NEXT GENERATION

 

Star Trek: The Next Generation, serie iconica (e la mia preferita dell’universo di Star Trek) che è ormai un vero cult.

Nota anche con la sigla TNG, è stata trasmessa originariamente negli Stati Uniti dal 1987 al 1994. Mentre in Italia è andata in onda dal 1991 al 1997.

Ambientata nel XXIV secolo, negli anni che vanno dal 2364 al 2370, cioè circa cento anni dopo gli avvenimenti della serie classica, presenta inoltre una nuova Enterprise, la USS Enterprise NCC-1701-D, la quinta nave della Flotta Stellare a portare questo nome, e un nuovo equipaggio, comandato dal capitano Jean-Luc Picard.

Ecco alcune curiosità:

– La voce del computer dell’Enterprise D è di Majel Barrett Roddenberry (moglie di Gene Roddenberry, ideatore di Star Strek, che successivamente apparirà anche sullo schermo nel ruolo della betazoide Lwaxana Troi).

– Ogni episodio veniva ripreso con macchine a 35mm Panavision. Successivamente il film venne trasferito su un nastro magnetico dove si lavorò sulla postproduzione.

– La relazione tra i personaggi di Riker e Troi, inizialmente piuttosto sofferta, è ispirata a quella tra Decker e Ilia, apparsi in Star Trek – Il Film, del 1979.

– Il modello originale dell’Enterprise D, lungo 2,5 metri, è stato utilizzato solamente nelle prime due stagioni. Per la terza stagione e le successive, Greg Jein ha costruito un modello lungo la metà, più facile da muovere e più dettagliato. Il modello originale è stato utilizzato in seguito solamente per le scene molto ravvicinate e per le scene di separazione delle due sezioni.

– Il pesce leone australiano che vive nell’acquario dell’ufficio di Picard è stato battezzato Livingston dal team della produzione, in onore del produttore e regista David Livingston.

– Marco Mete, che ha prestato la voce a Data, ha doppiato un altro androide nella sua carriera: il T-1000 di Terminator 2.

– Una delle diciture visibile nello schema dei motori a impulso che compare sui pannelli della sezione tecnica recita “Infinite Improbability Generation”, un riferimento ai motori della Cuore d’oro, la nave del ciclo della Guida Galattica per Autostoppisti di Douglas Adams.

– Sul set del corridoio con gli alloggi dell’equipaggio, ce n’è uno con la targa “Lt. Luke Skywalker”.

– Il display dei tricorder riporta la scritta TR580 TRICORDER VII, un riferimento al vecchio computer Radio Shack TRS-80.

MARTEDÌ DELLO XENO – GLI UMBRITI

 

Oggi, al MARTEDÌ DELLO XENO, delle creature provenienti dall’universo di Andromeda, “l’altra” serie di fantascienza ideata da Gene Roddenberry, autore di Star Trek.

Gli Umbriti sono una specie umanoide originaria di Zhu-Zhu Hwai, un pianeta piuttosto isolato nella Galassia del Triangolo, caratterizzato da una forte gravità (circa il doppio di quella terrestre) e dal fatto che la superficie è inabitabile, motivo per cui la civiltà si è sviluppata al di sotto, in un complesso sistema di gallerie sotterranee gremite di persone.

A causa di queste condizioni, gli Umbriti si sono evoluti in una specie fisicamente molto forte e robusta, nonché abituata a vivere in condizioni di scarsa luminosità.
La loro pelle è color azzurro-grigiastra e hanno gli occhi incassati in una struttura facciale robusta che include due grosse zanne che spuntano delle guance. La bocca e in naso, invece, sono appena accennati, quest’ultimo ricoperto da creste.

A livello caratteriale hanno fama di essere poco loquaci ma estremamente leali e collaborativi. Caratteristiche derivate dalla loro struttura sociale, simile a quella di alcuni insetti, che li vede suddivisi in vari sotto-nuclei (spesso corrispondenti alle città) molto interconnessi tra loro.
Col tempo però si sono diffusi parecchio anche nello spazio, probabilmente perché essendo già abituati a vivere in spazi ristretti, trovano facile adattarsi a farlo anche su astronavi e stazioni spaziali.

Pur se a prima vista potrebbero sembrare una specie insettoide, in realtà gli Umbriti sono mammiferi. E una cosa curiosa è che hanno tre sessi: i maschi, le femmine fertili e quelle non fertili.
Questo perché prima che la loro civiltà si evolvesse, il normale ciclo riproduttivo biologico prevedeva che i maschi fecondassero le femmine fertili e che, poi, i nuovi nati venissero accuditi e nutriti da quelle non fertili.
Col tempo e la tecnologia, però, questa cosa è diventata retaggio del passato e la loro società ha sviluppato metodi più egualitari per gestire le nascite.

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