“NON LEGGO PER NON INTACCARE IL MIO STILE”

 

“Non leggo per non intaccare il mio stile”.
Ebbene sì, proprio ieri ho letto ANCORA questa frase, uscita dalla tastiera di uno scrittore.

Sono pensieri che mi lasciano sempre abbastanza amareggiata.

Penso – e non so, magari sbaglio – che un’artista o in generale qualsiasi persona poco curiosa difficilmente produrrà qualcosa di buono per se stesso e per gli altri.
E non penso – sono sincera – che il talento sia una dote innata.
Certo, magari c’è la predisposizione, dovuta a una serie di fattori, ma una cosa è sicura: bisogna continuare a studiare, formarsi, confrontarsi.

Se ci si ferma con il pensiero che “se mi apro verrò contagiato dalla mediocrità del mondo” allora c’è qualcosa che non quadra.
Lo stile è sì unico, ma non arriva all’individuo come un fascio dorato dal cielo.

Che poi è anche la parte più interessante del processo creativo: vedere quanto hai ancora da imparare, capire cosa ti circonda, osservare il modo in cui gli altri hanno toccato i tuoi stessi argomenti.

E, ultimo pensiero: “il mio stile” cambia perché cambiano le idee.
È inevitabile, succede.
Non sono più la persona che ero dieci anni fa. Ho modificato molti pensieri e, di conseguenza, anche il mio modo di esprimermi.

Ora scrivo un post diplomatico.
Cerco di ragionarci su.
Posso garantirvi che dieci anni fa, all’affermazione “non leggo per non intaccare il mio stile” avrei risposto più o meno così: “vai a cagare”.

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