La strada (The Road) è un romanzo post apocalittico dello scrittore statunitense Cormac McCarthy pubblicato nel 2006.
Da esso è stato tratto un film, The Road (2009).
Leggerlo in questo periodo delicato mi ha permesso di apprezzarlo a pieno (complice il fatto che si tratta anche del mio genere preferito).
Siamo molto lontani dallo stile caotico e frenetico di Mad Max.
Niente esplosioni, gente che salta da una macchina all’altra o benzina usata per i lanciafiamme.
Lo definirei: introspettivo e realistico.
Direi intimo.
Un padre e un figlio (entrambi senza nome) percorrono una lunga strada asfaltata verso sud, per sfuggire alla rigidità del clima, alla ricerca di cibo e acqua.
L’umanità è rimasta decimata e ridotta a uno stato di vita primitiva, privata di tutte le risorse energetiche e tecnologiche.
I pochi superstiti vivono nel continuo terrore di imbattersi in altri loro simili, divenuti cannibali o predoni.
La notte è sempre buia e nella pistola solo due colpi.
Possiamo supporre che la catastrofe sia stata generata da una guerra nucleare o dall’impatto di un asteroide: l’intero continente è bruciato mentre una cortina di polveri e cenere seppelliscono ogni cosa.
L’autore resta sempre vago su questo punto, non è importante ai fini della trama.
Un libro che si concentra sulle paure ancestrali dell’uomo ma anche sul concetto di ‘’bontà’’ dove, anche un piccolo gesto, può fare la differenza sulla vita o la morte di un essere umano.
Ho raccolto qualche curiosità che mi hanno aiutato ad apprezzare di più il romanzo:
DONNE
Nell’opera di McCarthy non ci sono personaggi femminili di rilievo. Quando Oprah Winfrey nell’intervista televisiva affronta la questione della femminilità nella sua letteratura, lo scrittore risponde: «Per me le donne sono un mistero».
GRANDI ATTORI
Molti critici hanno elogiato la straordinaria performance di Viggo Mortensen (Aragorn della trilogia del Signore degli Anelli) e del giovane Kodi Smit-McPhee.
Basta osservare alcune immagini per rendersi conto del lavoro di preparazione del personaggio principale.
LUOGHI
Il film è stato girato in luoghi reali, su espressa volontà del regista Hillcoat, contrario a un uso eccessivo della computer grafica.
Alcune scene hanno come sfondo la città di New Orleans ancora devastata dall’uragano Katrina, in altre compare il monte Sant’Elena, un vulcano attivo al centro, nel 1980, di una devastante eruzione.
«Avevo un’idea chiara del mondo da raffigurare – ha spiegato il regista – e per descriverlo servivano luoghi reali».
UNA NUOVA IDEA
Cormac McCarthy ha avuto un figlio in età piuttosto avanzata.
«Avere un figlio in questo momento della mia vita – ha spiegato lo scrittore – è stato particolare: ho potuto concentrarmi molto sulla mia paternità. Le conversazioni avute con John sono alla base di molti dialoghi del libro».
«Mi trovavo a El Paso con John. Una notte lui dormiva e io osservavo fuori dalla finestra: nulla si muoveva, ma percepivo da lontano il passaggio dei treni. Allora ho guardato i fuochi sopra la collina, e ho provato a immaginare come sarebbe stato quel posto dopo cinquanta o cento anni. Ho pensato molto al mio piccolo ragazzo. Scrissi qualche nota pensando al rapporto tra padre e figlio. Dopo qualche anno, in Irlanda, ritirai fuori quelle note e mi accorsi che non si trattava solo di qualche pagina, ma di un potenziale libro: ecco la genesi di The Road».
LA RELIGIONE
La dimensione religiosa è onnipresente nei romanzi di Cormac McCarthy.
Spiega Wielenberg: «Una delle lezioni che possiamo ricavare dal romanzo, che Dio esista o no, è che la cosa che vale di più al mondo è l’amore, e una buona ragione per impegnarsi a essere giusti è che questo è l’unico modo per raggiungere l’amore vero. Il costo dell’immoralità è, in ultima analisi, la solitudine».
Fonte delle curiosità: Ilmiolibro