Fallout New Vegas mi ha appena regalato delle grandi emozioni.
Sono nella Zona contaminata del Mojave, a Primm.
Ci sono problemi in città: un’evasione di massa dal complesso penitenziario dell’RNC sta disturbando la quiete. Un gruppo di Powder Ganger ha ucciso lo sceriffo e preso il controllo del luogo. Gli abitanti, barricati in un casinò, chiedono il mio aiuto.
Acconsento.
Non per bontà ma perché il vice sceriffo, tale Agente Beagle, è stato catturato dai cattivi e solo lui ha informazioni importanti riguardo l’uomo che sto cercando disperatamente.
Va bene.
Entro subito all’Hotel Bisonte, faccio una mattanza e poco dopo trovo Beagle a terra, legato. Gli chiedo di snocciolare tutte le info ma lui rimanda la discussione a un secondo momento, quando saremo al sicuro.
Sì, mi sembra ragionevole. Lo libero.
Appena si rimette in piedi, Beagle cerca di scappare ma rimane incastrato nel pavimento.
“Ben ti sta, infame. Volevi scappare, eh? E invece sei caduto in un glitch”.
Dopo un breve ma intenso momento di soddisfazione, provo a liberarlo.
Cioè, ci tento in tutti i modi ma niente: mezzo busto è fissato a terra.
Gli parlo ma lui non sente ragioni. È come Artax, della Storia Infinita. Solo che lui mi guarda sorridente, perso in una palude di anomalie non calcolate dal gioco stesso.
D’accordo. Esco e poi rientro all’Hotel ma lui è ancora lì.
Stavolta le gambe sono al piano di sopra e pendono dal soffitto.
Sì, la situazione è peggiorata.
L’ultimo salvataggio risale a prima dello scontro ma non posso andarmene da lì senza le mie informazioni.
Quindi torno indietro nel tempo, rifaccio una mattanza e ri-arrivo nella stanza dell’Agente ma lui è scomparso.
Non c’è.
E così per i successivi quattro massacri e relativi caricamenti.