Per la serie “elementi fantascientifici buttati lì a caso” oggi voglio parlarvi dei Cavalieri d’Acciaio: personaggi apparsi solo nella versione animata dei Cavalieri dello Zodiaco, per un brevissimo arco narrativo.
A differenza degli altri combattenti presenti nell’opera, che – semplificando molto – indossano armature di origine magica e traggono i loro poteri sovraumani da un’energia mistica chiamata Cosmo, i Cavalieri d’Acciaio si portano allo stesso livello grazie ad armature robotiche equipaggiate con vari gadget ipertecnologici.
Elementi in netto contrasto con il tema principale dell’opera, la mitologia, e che per questo molti fan della saga considerano fuori posto, creando una spaccatura netta tra chi li ama e chi invece li detesta, domandandosi come si possa anche solo aver concepito l’idea.
In realtà, la spiegazione è semplice: marketing.
I Cavalieri d’Acciaio furono infatti inseriti nel cartone animato su richiesta della Bandai, che produceva i giocattoli ispirati alla serie. E ovviamente non è un caso che il loro concept includa tutta una serie di elementi che notoriamente piacevano ai bambini dell’epoca, come i robot o il fatto che le armature possano trasformarsi in veicoli.
Il successo commerciale, in effetti, fu enorme.
Un po’ meno quello tra il pubblico, cosa che portò il team creativo di produttori – a seguito di innumerevoli discussioni, si dice – a farli uscire di scena dopo soli 14 episodi, tra l’altro senza nemmeno fornire grandi spiegazioni.
Io, se devo essere sincera, nemmeno me li ricordavo. Ho riscoperto la loro esistenza per caso, chiacchierando con un amico, qualche giorno fa.
E voi, cosa ne pensate? Siete tra quelli a cui piacevano oppure “toglierli di mezzo” è stata la scelta giusta?