Tra i più classici elementi visivi del genere post-apocalittico ce n’è uno iconico quanto la sabbia, la ruggine e la lotta per la benzina: i resti semidistrutti della Statua della Libertà.
Se ci penso, il primo ricordo è di quando ero bambina, nella sigla iniziale di Ken il Guerriero. Ma poi mi vengono in mente anche diversi film, come “Il Pianeta delle Scimmie” o “1997: Fuga da New York” (dove tra l’altro, ironicamente, la testa troncata della statua è ben visibile nella locandina ma assente nella pellicola, dove il monumento viene invece mostrato ancora integro).
Povera Statua della Libertà, perché le vogliamo così male?