INCONTRO CON IL VAMPIRO – IL BARONE MEIER LINK

 

E allora andiamo avanti con questo lunedì del vampiro e parliamo del Barone Meier Link, creatura dell’universo di Vampire Hunter D.

Appare come un giovane ed elegante gentiluomo, con un viso pallido, occhi rossi e capelli bianchi (legati in una coda di cavallo bassa).

Siamo tutti d’accordo che Meier sia OGGETTIVAMENTE adorabile?
Gentile, protettivo, aperto al dialogo. Crede nella convivenza tra vampiri e umani e non gode nel terrorizzare questi ultimi, soprattutto non li giudica solo bestiame da cui attingere per nutrirsi.

Profondamente innamorato di Charlotte Elbourne, un’altra sua caratteristica che mi sento di esaltare è quell’invidiabile self control che mantiene per tutta la storia.
Infatti Charlotte passa la maggior parte del tempo a proporgli il collo, di fatto mettendolo di fronte a una tentazione piuttosto irresistibile ma lui rifiuta sempre di cedere. Questo perché non vuole che viva nella dipendenza, con il costante desiderio di sangue che la renderebbe schiava di una natura violenta e animalesca.

Il sentimento di Meier, in ogni caso, va oltre il semplice amore: le è del tutto devoto e la ricerca di un luogo dove vivere felici insieme è diventata la forza trainante della sua vita.

“I don’t want you to worry about these wounds of mine. They will heal. And then we shall go to the City of Night and Distant Stars. When we go there, we can be alone and free to love each other.”

INCONTRO CON IL VAMPIRO – SANTANICO PANDEMONIUM

 

Ed eccoci a un nuovo lunedì con il vampiro.

Tocca a Santanico Pandemonium, che appare nel film “Dal Tramonto all’alba”.

Stupenda e letale è una donna dai capelli scuri e occhi castani ma nella sua vera forma ricorda un rettile, con la pelle sfaldata, le orecchie a punta e le zanne.

Non mi soffermerò sul film in sé o sulla storia del personaggio – che in realtà trovo piuttosto banale – ma sul fatto che Salma Hayek abbia portato sullo schermo un’immagine molto originale della vampira. Non più la gotica e pallida lady che vive nascosta in un castello ma, al contrario, l’attrazione principale di un locale malfamato, il Titty Twister.

Ancora oggi mi chiedo come Tarantino non abbia avuto una sincope mentre girava quella scena, una sequenza perfettamente accompagnata dalla canzone After Dark di Tito & Tarantula.
Lei è seducente e magnetica, l’esempio lampante di come dovrebbe essere una Toreador che ha investito tutti i suoi punti in Ascendente.

La vogliamo ricordare così, pre-caduta del lampadario:

“Non ti prosciugherò completamente. Sarai il mio schiavo e dato che non sei degno del sangue umano, ti nutrirai del sangue dei cani randagi. E visto che sarai il mio cane, il tuo nuovo nome sarà… Spot.”

INCONTRO CON IL VAMPIRO – ASTARION

 

E allora proseguiamo con gli “appuntamenti con il vampiro”.

Passiamo a un personaggio decisamente più giovane (non voglio parlarvi solo dei grandi classici ma anche esplorare qualcosa di più recente) e quindi eccolo qua.
Sicuramente l’avrete visto OVUNQUE in questo periodo: Astarion, dal videogioco Baldur’s Gate III.

L’Elfo Pallido vuole solo una cosa: vendicarsi del suo Sire, il sadico Cazador, la creatura che l’ha trasformato in una progenie vampirica, condannandolo quindi a una non-vita di tormenti, infelicità, schiavitù e sevizie.

In un mondo di eroi che non vedono l’ora di rischiare la vita per gli altri, Astarion rappresenta una minoranza silenziosa di avventurieri che, molto realisticamente, non vivono in funzione dell’altro ma pensano soprattutto agli affari propri.

Brillante seduttore sempre pronto a giudicare male le tue azioni buone, non mi stupisce che sia uno dei PNG più amati del gioco. La sua crescita personale è molto ben strutturata: in bilico tra una giusta rivalsa e sentimenti più umani che – se il giocatore vuole – può risvegliare. Molto a fatica.
Lo dico per esperienza personale dato che il mio PG e Astarion hanno fatto coppia fissa per tutta la partita, un’unione nata spontaneamente se contiamo la scia di quest irrisolte che mi sono lasciata alle spalle.

La storia di Astarion comunque, nonostante sia inserita in un’ambientazione carica di cliché del genere fantasy è la prova che l’importante non è COSA si racconta ma COME lo si racconta.

INCONTRO CON IL VAMPIRO – LOUIS E LESTAT

 

Ogni lunedì – per tutto il mese di novembre – parliamo di vampiri.

Inauguriamo questo appuntamento con una coppia: Louis de Pointe du Lac e Lestat de Lioncourt (ma potrei metterci anche Claudia).

Il primo è un vampiro che, nonostante i drammi della vita, conserva una sensibilità tutta umana che gli impedisce di assecondare la sua nuova natura oscura.
Una creatura che – per quanto possibile – combatte contro gli impulsi della sua maledizione e talvolta prova nostalgia per la vita mortale.

Lestat, al contrario, ha accettato la sua condizione. È disilluso, decisamente più predatorio ed egoista e con un umorismo frizzantino inappropriato.
Ricordo perfettamente la scena della ragazza terrorizzata nella camera che urla “questa è una bara” e la risposta secca di Lestat “ma davvero? Allora devi essere morta”.
Una di quelle battute che, nella sua semplicità e cattiveria, mi è rimasta più impressa.

Ho sempre trovato molto interessante il contrasto tra i due perché mi porta a farmi quella domanda un po’ cretina che può essere espressa così: “chi ha ragione”?

Se da una parte condivido e apprezzo la sensibilità di Louis, dall’altra non posso condannare l’acidità di Lestat che, tutto sommato, non ha scelto di diventare così ma si è solo adattato splendidamente al suo nuovo ruolo all’interno della società.

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