FONDAZIONE E TERRA

 

Fondazione e Terra è un romanzo di fantascienza dello scrittore Isaac Asimov.
È il quinto libro in ordine di scrittura del Ciclo della Fondazione mentre in ordine cronologico rappresenta il settimo ed ultimo racconto di questo lungo ciclo.
Pur essendo il seguito di L’orlo della Fondazione, può tranquillamente essere letto come libro a sé stante, come spiega lo stesso Asimov nella prefazione.

Qua sotto trovate i miei appunti sulla Fondazione:

I ROBOT
“I robot non hanno avuto alcun ruolo significativo nella storia umana dopo la scomparsa degli spaziali. Gaia non ha avuto alcun ruolo significativo se non di recente. Basterebbe una sola parola da parte di Trevize, un essere umano, per vanificare tutto quanto. Dunque, l’umanità è l’unica specie intelligente significativa della galassia.”
Ci sono davvero pochi scrittori che riescono a far trasparire l’anima del robot senza cadere in un inutile e melenso teatrino di “tenerezza meccanica”.
Per comprenderne a fondo l’importanza bisogna sicuramente leggere “Il ciclo dei robot” e, aggiungerei, di farlo prima del “Ciclo della Fondazione”.
Credo di essermi persa molti retroscena (che avrebbero arricchito la storia) ma questa mancanza non ha influito sul mio giudizio finale: i robot di Asimov si apprezzano perché sono reali.
Sembra di leggere una pagina del passato (o del futuro) dove viene narrata la loro storia e il rapporto con l’umanità.
C’è una scena, in particolare, che mi ha emozionato: un vecchio amico che ho incontrato molto volentieri e che speravo di rivedere prima della fine.

LA SCOPERTA
“Capì subito cosa avesse di strano la visiera. C’era del muschio che cresceva rigogliosamente nel punto in cui il vetro della visiera incontrava il tessuto metallizzato della tuta. Era orlata di lanugine verde e Trevize si rese conto che anche la sua doveva essere in condizioni identiche.”
Ho trovato una storia strutturata sull’avventura della scoperta.
La trama segue, in modo lineare la ricerca della Terra passando attraverso una serie di pianeti ognuno con le proprie particolarità.
I protagonisti non vengono più coinvolti in grandi raggiri ma affrontano la diversità dei nuovi mondi con le loro insidie finendo, molto spesso, in situazioni delicate.
Si pone l’attenzione non solo a “usi e costumi” differenti ma proprio sulla pericolosità di ecosistemi che vogliono preservarsi creando un fragile equilibrio interno.

LA TERRA
“Sai cosa avrei voglia di fare? Riportare te, Bliss e la bambina su Gaia e lasciarvi là. Poi mi piacerebbe andare su Terminus, restituire l’astronave e dimettermi dal Consiglio, così farei un enorme favore al Sindaco Branno. Infine, mi piacerebbe andare in pensione e lasciare la Galassia al suo destino, infischiandomene del Piano Seldon, della Fondazione, della Seconda Fondazione e di Gaia. La Galassia potrebbe scegliere da sola la sua strada.”
La parte dedicata alla Terra è davvero molto breve, quasi accennata.
Strano, per un libro incentrato sulla ricerca del pianeta d’origine, eppure perfettamente sensato.
Trevize dice spesso che: “Solo trovando la Terra avrà le risposte che cerca”.
Mentre io mi chiedevo spesso: “Perché, Trevize? Perché la cerchi dopo tutti questi anni? Che risposte vuoi che ti dia?”
In effetti, ciò che ho trovato (e avevo già notato nei libri precedenti) è che Asimov trova il valore nella ricerca.
Il continuo “trial and error” è la crescita stessa del personaggio.
Un po’ come succedeva con Hari Seldon mentre tentava si sviluppare la psicostoria.

GAIA VS TREVIZE
“L’intero è superiore alla somma delle parti.”
“Sì. Hai colto il motivo fondamentale dell’esistenza di Gaia. Tu, come individuo umano, sei composto da cinquanta trilioni di cellule.
Come individuo multicellulare sei più importante della somma individuale delle cellule. Su questo sarai d’accordo, mi auguro.”
Lo scambio di battute tra Trevize e Bliss è costante.
Il primo, rispecchia la natura umana in tutti i suoi pregi e difetti, nella violenza e, talvolta, nella “paura di ciò che è diverso e inspiegabile”.
Bliss, al contrario, ci mostra un punto di vista all’inizio difficile da accettare ma che diventa inevitabile, una volta compreso il senso di questo viaggio.
L’uomo colpisce ciò che non conosce, Gaia accoglie.
Forse è questo il più grande balzo dell’evoluzione.
“Lottiamo fra noi da tanto tempo che siamo abituati alle dispute più assurde e letali. Gli invasori, trovandoci internamente divisi, ci sottometteranno o distruggeranno.”

Leave a Reply

Close