JIUZHANG, IL COMPUTER QUANTISTICO CINESE

 

A poco più di un anno di distanza dagli Stati Uniti, anche la Cina conquista la cosiddetta “supremazia quantistica”.
Il suo nuovo computer quantistico Jiuzhang, basato sulle particelle di luce (fotoni), può eseguire in soli 200 secondi un calcolo così complesso che a un computer tradizionale richiederebbe 600 milioni di anni.
Un traguardo storico.

“Si tratta dell’inizio di una nuova era computazionale”, commenta Fabio Sciarrino, docente di informazione e computazione quantistica della Sapienza di Roma. “Il raggiungimento della supremazia quantistica, che oggi preferiamo definire “vantaggio quantistico”, dimostra che a livello di hardware abbiamo raggiunto il pieno controllo della tecnologia per risolvere problemi altrimenti impossibili”.

I primi a riuscirci (nel 2019) sono stati i ricercatori di Google, che su Nature hanno dimostrato come il loro computer quantistico Sycamore fosse in grado di risolvere in poco più di tre minuti un’operazione che a un computer tradizionale avrebbe richiesto 10.000 anni: merito di un processore con 53 qubit.

Jiuzhang sembra essere una macchina più veloce di Sycamore, se confrontata con i computer tradizionali ma a differenza della macchina di Google, quella cinese non è programmabile per risolvere problemi diversi.

Nessun computer, secondo il gruppo di ricercatori, può eseguire la medesima operazione in un lasso di tempo ragionevole ed è improbabile che questo divario sia colmato con il miglioramento degli algoritmi o degli hardware classici.
Il gruppo ha affermato che il nuovo prototipo elabora 10 miliardi di volte più velocemente del computer quantistico a 53 qubit sviluppato da Google.

“Il vantaggio quantistico è come una soglia”, ha spiegato il professor Lu Chaoyang, docente presso la University of Science & Technology of China. “Significa che, quando la capacità di un nuovo prototipo di computer quantistico supera quella del più potente computer tradizionale esistente nella gestione di un particolare compito, dimostra che probabilmente si potrà compiere progressi in molte altre aree”.
La svolta è il risultato di 20 anni di sforzi da parte della squadra di Pan, che ha superato diversi importanti ostacoli tecnologici, compreso l’uso di una sorgente di fotoni di alta qualità.
“Ad esempio, per noi è facile bere un sorso d’acqua quando vogliamo ma è difficile riuscire a berne solo una molecola alla volta”, ha spiegato Pan. “Una sorgente di fotoni di alta qualità deve ‘rilasciare’ un solo fotone alla volta e ciascun fotone deve essere esattamente uguale, il che rappresenta una vera sfida”.

Jiuzhang si è dimostrato essere un “campione” soltanto “in una singola area” di lavoro ma secondo il gruppo di ricerca la sua capacità di supercomputer ha un potenziale di applicazione in vari campi come la teoria dei grafi, l’apprendimento automatico e la chimica.

E mentre i colossi della tecnologia si scontrano, il mio computer impiega ore intere per aggiornarsi.

fonte: La Stampa

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