Orbita 9 è un film di fantascienza del 2017 scritto e diretto da Hatem Khraiche.
Helena è nata e cresciuta in completa solitudine all’interno di una capsula spaziale diretta verso il pianeta-colonia Celeste, ultimo baluardo di salvezza per un’umanità ormai sull’orlo del baratro.
L’incontro improvviso con il tecnico ingegnere Alex, il primo e unico essere umano con cui abbia mai avuto un qualche contatto diretto, sconvolgerà la giovane, aprendole gli occhi su di un’inaspettata realtà legata alla vera natura della propria intera esistenza.
Una storia difficile da raccontare senza lasciarsi sfuggire degli spoiler.
Ne parlo in un quadro generale.
Un film che, a tratti, mi ha ricordato Passengers (2016).
Sicuramente più contenuto a livello di mezzi ma affascinante allo stesso modo (nonostante il budget ristretto che mai si dimostra come limitante).
La trama si svolge in maniera semplice e onesta ma la recitazione intima e alienante dà profondità alla vicenda.
Non lo definirei come un film impegnato o particolarmente impegnativo ma gradevole, una produzione spagnola che mi ha sorpreso.
In Italia il film è stato distribuito sulla piattaforma Netflix.