Preludio alla Fondazione è un romanzo di fantascienza di Isaac Asimov del 1988.
La storia si sviluppa su Trantor, un pianeta dalle dinamiche complesse, formato da strutture e sovrastrutture che si snodano attraverso varie culture.
Seguiamo le vicende di Hari Seldon – matematico – che partecipa ad un congresso scientifico portando una nuova, interessante teoria: la psicostoria.
Sarebbe possibile prevedere il futuro mediante metodi statistici anche se, date le numerose difficoltà pratiche, la teoria risulta inattuabile.
MA
La prospettiva di modificare gli eventi a proprio vantaggio o quantomeno, far credere al popolo di aver questo potere, fa gola tanto all’Imperatore Galattico quanto all’opposizione.
Tutti vogliono Hari Seldon per sé (o, meglio, la psicostoria).
Così ha inizio l’avventura – non desiderata né voluta – di Hari e di quelle persone che, in un modo o nell’altro, entreranno a far parte della sua vita.
Provo a dare “un’opinione schematica” perché scrivere un banale parere sarebbe – per me – impossibile.
RELIGIONE
Hari è un uomo pratico, con una chiave di lettura ben precisa che, pur rispettando le credenze altrui, osserva tutto da un punto di vista oggettivo (tante volte, non cogliendo le sfumature).
“Religione!” sbottò. “Non sappiamo che farcene”.
La ragazza però proseguì: “Abbiamo qualcosa di meglio. Abbiamo la storia”.
Attraverso questa frase capiamo subito l’importanza del vissuto umano.
La storia la costruiamo noi attraverso le scelte, non solo passate ma anche presenti. Solo questa libertà determina chi siamo e ciò che diventeremo.
PARITÀ
“Non sopporto che si insulti e disprezzi un essere umano a causa del presunto gruppo di appartenenza, tanto più se a farlo sono altri esseri umani. Sono certe persone rispettabili che creano i delinquenti che pullulano il mondo.”
Ci troviamo in un universo progredito, vasto ma vincolato ancora da differenze socio-culturali che pesano sulla qualità della vita.
Le lotte e il malcontento si sviluppano in modo latente ma tanto basta per smuovere qualcosa nel sistema e appiccare “la scintilla”.
Ho trovato un’apertura mentale degna, in effetti, del pensiero di Asimov verso ogni tipo di cultura e differenza.
Una critica sociale sulla divisione delle caste e sulla parità dei sessi trattati con forte spirito critico.
ROBOT
“Primo, come ti dicevo, i robot assomigliavano perfettamente agli esseri umani. Secondo, avevano una longevità prolungata, se vogliamo usare quest’espressione.”
“Meglio funzionamento” lo corresse Dors. “Altrimenti comincerai a considerarli completamente umani.”
Non vedevo l’ora di trovarli.
Leggere di androidi scritti da Asimov è come ascoltare musica suonata da Mozart.
C’è una particolare sensibilità su longevità della vita, mente positronica e responsabilità di progettazione che sapevo mi avrebbe soddisfatto.
Negli anni, la “condizione degli androidi” è stata toccata più volte in film, libri e videogiochi ma mai con così tanta delicatezza.
AMBIENTE
“Il declino non ha un andamento rettilineo.”
Problemi ambientali legati al surriscaldamento, il decadimento delle strutture e un più generico adagiarsi politico su “ciò che si ha” piuttosto che guardare al futuro, sono argomenti noiosi da trattare ma non nel contesto della storia.
Asimov inserisce le sue analisi con cura senza tediare il lettore ma dando una spinta al pensiero.
MATEMATICA
“Se si fa un’analisi della psicostoria e si comunicano i risultati al pubblico, il complesso di sentimenti e reazioni dell’umanità subisce una distorsione immediata. E l’analisi, basata sui sentimenti e sulle reazioni che si verificano senza conoscerne il futuro, perde qualsiasi valore. È chiaro?”
Grande amore di Hari e Asimov, troviamo un lessico impegnativo ma mai sfiancante (e la mia media matematica non ha mai superato il 5).
Sempre pronto a dare una spiegazione chiara a concetti difficili da raccontare, figuriamoci se letti.
Il professore che tutti vorrebbero.
PROSPETTIVA
“Com’è dannosa la specializzazione eccessiva. Recide la conoscenza in mille punti e lascia aperte le ferite.”
Secondo me il punto più importante del libro e la chiave che porterà Hari al successo.
Vedere non basta.
Bisogna imparare a osservare per trovare nuovi spunti e punti di vista.
CURIOSITÀ
“Una cosa del tutto accidentale poteva trasformarsi in tradizione e diventare inviolabile, o quasi”. Seldon si domandò se fosse una legge della psicostoria.
Mi ricollego al punto sopra, per concludere, dicendo che vivere senza la voglia di imparare e scoprire equivale a sprecarsi.
Meglio scontrarsi con idee opposte piuttosto che non avere nulla di cui parlare.