VITA DA VAULT – ESPERIMENTO #12

 

In questo secondo episodio di “Vita da Vault”, la rubrica in cui si scoprono i torbidi segreti della Vault-Tec, vediamo il Vault 12, apparso nel primo videogioco della serie Fallout.

Questa storia, però, parte da Necropolis, una città della Zona Contaminata fondata sui resti di Bakersfield, in quello che una volta era sud della California.

A una prima occhiata, la maggior parte degli edifici sembrano intatti e il posto disabitato, ma i viaggiatori lo evitano e raccontano storie terrificanti su come chi si avventuri in città cada vittima dell’alto livello di radiazioni o scompaia.
La verità è che sotto le strade cittadine si annida una popolazione di ghoul, mutanti simili a zombie putrescenti.

Torniamo al 23 ottobre 2077, quando gli Stati Uniti vennero distrutti dalle esplosioni atomiche.
Una parte della popolazione trovò rifugio in grandi bunker pubblicizzati dalla Vault-Tec: strutture nelle quali l’azienda aveva organizzato, nella maggior parte dei casi e all’insaputa degli abitanti, esperimenti crudeli e perversi.

Il Vault 12, situato proprio sotto Bakersfield, fu uno di questi.
La porta era stata infatti costruita con un difetto di progettazione intenzionale che le impediva di sigillarsi correttamente, lasciando così gli occupanti protetti dalle esplosioni ma, a lungo andare, esposti agli effetti delle radiazioni.
Lo scopo? Studiarne gli effetti sull’essere umano.

Quando le persone lo scoprirono, però, era troppo tardi per cercare rifugio altrove.
Nuvole tossiche cariche di scorie penetrarono nel Vault e, nel corso del tempo, piagarono la popolazione: la pelle della gente cominciò a raggrinzire, seccandosi e sfaldandosi. Molti perirono, altri mutarono in ghoul.

Gli stessi che, pochi anni dopo, fondarono Necropolis, “la città dei morti”.

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