Con l’annuncio dei nuovi modelli, uscito a braccetto con quello della nuova edizione di Warhammer 40.000, ultimamente si sta parlando un sacco degli Space Marine in armatura Terminator.
Personalmente sono contenta di veder tornare sotto i riflettori un grande classico dell’ambientazione e, siccome me l’avete chiesto in tanti, ho pensato di cogliere l’occasione per raccontarvi qualcosa di più su di loro.
Sviluppate nel corso della Grande Crociata e disponibili in vari modelli, queste massicce armature potenziate sono il meglio del meglio che l’Imperium ha da offrire sul fronte della protezione personale.
Composte da vari strati di plastacciaio e ceramite montati su un esoscheletro di adamantio, possono infatti resistere anche agli attacchi più devastanti (qualcuno dice persino al calpestamento di un titano o del corteo di giganti capitanato da Eren Jaeger) riportando solo qualche graffio superficiale.
Potenziano anche di parecchio la forza di chi le indossa, permettendogli di impugnare armi molto pesanti senza il minimo sforzo e di menare manrovesci che stenderebbero un autobus.
Visto il peso pachidermico, però, tutti questi vantaggi vanno a discapito dell’agilità, cosa che le rende la perfetta incarnazione del concetto di “lento ma violento”.
Si tratta comunque di equipaggiamento raro: ogni armatura Terminator è una vera e propria reliquia, conservata e mantenuta con cura in attesa che venga il momento di impiegarla.
Tra gli Space Marine, l’onore di poterle indossare è riservato solo ai veterani (di solito provenienti dalla Prima Compagnia del Capitolo) che più si sono distinti in battaglia per coraggio e onore.