Per tutto il mese di luglio parlerò (una volta a settimana) di libri.
Li analizzeremo nel dettaglio e, scomponendoli, cercheremo di capire come sono strutturati e quali parti li compongono.
Iniziamo quindi con l’anatomia del libro.
Le edizioni cartacee si differenziano in base alla rilegatura, cioè la tecnica con cui i fogli vengono assemblati durante la costruzione di un testo.
Per la narrativa si possono distinguere in due categorie:
– Legatura con copertina rigida, detta anche cartonato: il nipote delle antiche legature di prestigio.
Prima si si utilizzavano materiali pregiati come cuoio e pelle, ora vengono impiegate tele trattate o carte decorate.
Se ci pensate, la rilegatura a filo con copertina cartonata è tipica della letteratura per l’infanzia, per esempio.
– Legatura con copertina morbida, detta anche brossura: è molto più recente ed è costituita da un cartoncino più leggero, dove viene stampata direttamente la grafica di copertina.
Ottima per la produzione industriale su larga scala.
Quindi cosa cambia?
La diversità tra un cartonato e una brossura è la capacità di apertura delle pagine e la durata nel tempo. In genere la brossura permette un’apertura limitata verso il dorso, perché il rischio è che si scollino le pagine. E più il libro è spesso più è facile che accada.
Ecco perché la brossura è sconsigliata per i volumi illustrati – che siano fotografici o magari delle raccolte artistiche – perché dobbiamo aprire del tutto il libro per poter guardare un’illustrazione.
E anche perché per le brossure vengono utilizzate (in genere) carte piuttosto fini.
La legatura editoriale invece non ha questo problema, perché conserva la mobilità del dorso grazie alla cucitura, ed è il motivo per cui viene tanto utilizzata nelle stampe voluminose, come le enciclopedie.