ANATOMIA DI UN LIBRO – LA QUARTA DI COPERTINA

 

Ultimo appuntamento con l’anatomia del libro.

Ed è tutto dedicato alla quarta di copertina, quella parte che si trova sulla quarta facciata della copertina (il retro) e che descrive il contenuto del testo stesso.
Principalmente si tratta di uno strumento di marketing, quindi è importante strutturarlo nel minimo dettaglio e con cognizione.

Anche se spesso viene vista con superficialità, magari in libreria, quando si è indecisi su che testo acquistare, deve risultare accattivante e ben mirata al target di riferimento.
Quindi è necessario che sia efficace, sintetica e incisiva.

Come la copertina, infatti, ha grande impatto sul lettore perché deve catturare la sua attenzione ma anche contenere una serie di informazioni tra cui:

– Un breve testo che racconti qualcosa del libro (senza svelare troppo)
– Il codice ISBN
– Una breve biografia dell’autore
– Riferimenti sulle grafiche e la casa editrice
– Il prezzo

Insomma, dalla quarta di copertina un lettore può capire meglio di cosa parla la storia, a quale genere appartiene, chi è l’autore e se può permettersi il costo del libro.

Voi ci fate caso? Ne ricordate una che vi è proprio piaciuta tanto?

ANATOMIA DI UN LIBRO – INCIPIT ED EXPLICIT

 

Siamo già al quarto appuntamento con l’anatomia del libro.

Oggi vediamo la differenza tra incipit ed explicit.

L’incipit, come ci suggerisce il latino, significa incominciare. E infatti è l’inizio di un testo.
Diciamo che si tratta della prima frase anche se, alcune volte, viene considerato l’intero paragrafo o addirittura la prima pagina.
È una parte molto importante perché è il momento in cui il lettore scopre l’immaginario dello scrittore, o almeno, compie i suoi primi passi all’interno della storia.
Per questo motivo va sempre stilato con tanta attenzione, perché deve stuzzicare la curiosità e mostrare, come attraverso lo spioncino di una porta, che c’è molto altro da esplorare.
Se ci pensiamo è fondamentale anche in film, podcast, video o canzoni.

L’explicit invece, è la chiusura del romanzo, il suo finale.
Molti lo trascurano, pensando che “tanto se il lettore è arrivato fin qua allora significa che il mio libro funziona”.
E invece no.
Alcuni finali – particolarmente disastrosi – hanno rovinato l’intero ricordo della storia che, termina solo quando la trama trova compimento.

ANATOMIA DI UN LIBRO – COSA TROVIAMO ALL’INTERNO?

 

Terzo appuntamento con l’anatomia del libro.

Stavolta cerchiamo di distinguere le varie parti di testo che si trovano all’interno di un volume.

Iniziamo con il frontespizio, cioè la pagina dove vengono presentate le informazioni del volume. Nelle prime stampe, il frontespizio era ricco e riportava componimenti poetici o elementi decorativi anche molto complessi.
Oggi però viene lasciato solo titolo, autore ed editore.

Il colophon invece può seguire il frontespizio oppure chiudere il volume in ultima pagina. In questa parte troviamo le informazioni sulla casa editrice, i riferimenti allo stampatore e la detenzione dei diritti d’autore.

Poi c’è l’indice (molto importante soprattutto nei manuali). Un elenco ordinato delle varie parti di un libro, generalmente organizzato in capitoli e sottocapitoli.
In alcune edizioni viene inserito all’inizio, in altre è posto alla fine.

E il sommario che, al contrario dell’indice, è un breve riassunto degli argomenti trattati in un libro e va posto o alla fine del libro o alla fine del capitolo a cui si riferisce.
Infatti non si limita a elencare i numeri di pagina, ma riporta in forma sintetica i contenuti discussi.

ANATOMIA DI UN LIBRO – DORSO E COPERTINA

 

Secondo appuntamento con l’anatomia del libro.

Oggi vediamo quali sono le sue parti principali (ho dovuto fare una selezione, ce ne sarebbero anche molte altre).

– Il dorso è la parte della rilegatura che riporta titolo, autore, editore. In pratica è ciò che vediamo quando il volume è riposto in libreria.

– Le cuffie (quella di testa e quella di piede): le troviamo nei libri cartonati ed è la parte di rilegatura alle estremità del dorso.

– I risguardi: sono i fogli che tengono incollati l’interno della copertina con i fascicoli del testo. Di solito sono più resistenti delle altre pagine e ovviamente nella brossura non vengono utilizzati.

– La copertina: avvolge il nostro testo. Prima la sua funzione era di pura praticità, così da proteggere le pagine interne. Oggi invece è parte fondamentale per la promozione di un libro.

– La sovraccoperta: presente in molti libri con rilegatura cartonata, si tratta di un foglio (in cartoncino o plastificato) che avvolge il libro e sostituisce quindi il ruolo della copertina.

– Le alette: le parti interne della sovraccoperta. In quella anteriore viene riportata un’introduzione alla trama mentre in quella posteriore troviamo la biografia dell’autore.

ANATOMIA DI UN LIBRO – CARTONATO E BROSSURA

 

Per tutto il mese di luglio parlerò (una volta a settimana) di libri.

Li analizzeremo nel dettaglio e, scomponendoli, cercheremo di capire come sono strutturati e quali parti li compongono.

Iniziamo quindi con l’anatomia del libro.

Le edizioni cartacee si differenziano in base alla rilegatura, cioè la tecnica con cui i fogli vengono assemblati durante la costruzione di un testo.

Per la narrativa si possono distinguere in due categorie:

– Legatura con copertina rigida, detta anche cartonato: il nipote delle antiche legature di prestigio.
Prima si si utilizzavano materiali pregiati come cuoio e pelle, ora vengono impiegate tele trattate o carte decorate.
Se ci pensate, la rilegatura a filo con copertina cartonata è tipica della letteratura per l’infanzia, per esempio.

– Legatura con copertina morbida, detta anche brossura: è molto più recente ed è costituita da un cartoncino più leggero, dove viene stampata direttamente la grafica di copertina.
Ottima per la produzione industriale su larga scala.

Quindi cosa cambia?

La diversità tra un cartonato e una brossura è la capacità di apertura delle pagine e la durata nel tempo. In genere la brossura permette un’apertura limitata verso il dorso, perché il rischio è che si scollino le pagine. E più il libro è spesso più è facile che accada.

Ecco perché la brossura è sconsigliata per i volumi illustrati – che siano fotografici o magari delle raccolte artistiche – perché dobbiamo aprire del tutto il libro per poter guardare un’illustrazione.
E anche perché per le brossure vengono utilizzate (in genere) carte piuttosto fini.

La legatura editoriale invece non ha questo problema, perché conserva la mobilità del dorso grazie alla cucitura, ed è il motivo per cui viene tanto utilizzata nelle stampe voluminose, come le enciclopedie.

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