2001: Odissea nello spazio è un film del 1968 prodotto e diretto da Stanley Kubrick.
Storia fantascientifica ambientata in un vicino futuro, tocca temi come l’identità della natura umana, il suo destino e il ruolo della conoscenza.
Qualche curiosità:
– Secondo molte persone, la sigla del computer di bordo HAL 9000, sarebbe stata ottenuta prendendo l’acronimo IBM, e scegliendo le lettere immediatamente precedenti nell’alfabeto: HAL.
Il co-sceneggiatore Arthur C. Clarke, però, ha sempre smentito questa ipotesi dichiarando che se si fosse accorto in tempo della “coincidenza”, avrebbe cambiato il nome.
In realtà significa: Heuristic Algorithmic.
– Siamo abituati a identificare HAL 9000 con il suo occhio rosso. Ma quella è solo la sua antenna esterna.
Il cuore di HAL è la brain room, grande quanto una stanza.
Grazie alla collaborazione di Eliot Noyes, consulente capo e designer della IBM, Kubrick ne creò una geometrica e trasparente; un ambiente fatto di vetro acrilico, luci e griglie.
– Era Saturno la destinazione iniziale dell’astronave Discovery ma il team degli effetti speciali capì che non era facile realizzarne gli anelli.
Giove fu la scelta definitiva.
– “I modelli di 2001: Odissea nello spazio probabilmente sono quelli che sono stati costruiti con più precisione per un film” ha raccontato il supervisore degli effetti speciali Douglas Trumbull. “Appena il design complessivo di ogni modello è stato completato si cominciò con la costruzione della forma elementare di ogni veicolo aerospaziale, e questo processo durò diversi mesi. Poi ebbe inizio l’arduo compito di decorare e curare nei dettagli ogni modello. Numerose squadre di costruttori di modelli lavorarono ventiquattrore su ventiquattro per produrre il risultato finale”.
– La navicella guidata da Bowman, l’unico astronauta superstite, avanza in quello che fu paragonato come un trip lisergico.
La tecnica di questa scena è una scoperta fototecnica della metà degli anni Sessanta, la solarizzazione cromatica: un effetto fotografico che si basa sulla sovraesposizione, creando una parziale inversione dell’immagine.
– Kubrick respingeva l’idea di scrivere 2001 sotto la forma convenzionale di una sceneggiatura cinematografica, «la forma meno propizia alla comunicazione che sia mai stata inventata», affermava.
– Alla fine dell’aprile 1965, Kubrick avviò la produzione del film.
Il primo passo fu accantonare il titolo pensato inizialmente: Journey Beyond the Stars.
Annunciò alla stampa mondiale che si sarebbe chiamato 2001: Odissea nello spazio e chiese espressamente che lo si pronunciasse «two thousand and one» e non, come consentito nell’uso inglese, «twenty zero one», che a lui suonava male.
– La pubblicità e la “comunicazione” di 2001, al momento dell’uscita, misero l’accento sulla cura per la precisione scientifica e futurologica.
Si trattava infatti di raggiungere un pubblico più ampio di quello dei cultori di fantascienza, cercando di lottare contro la reputazione di puerilità attribuita al genere.
In un’intervista rivelò «I film di fantascienza sono sempre stati sinonimo di mostri e di sessualità, noi abbiamo cercato un altro approccio».
In quanto genere popolare, la fantascienza pre-2001 è associata, di fatto, alla sessualità: ragazze ingenue in abbigliamento succinto o donne molto sexy al cospetto di mostri che le rapiscono. Non è un caso se in 2001 la presenza delle donne è ridotta a qualche figura marginale.
– Fellini espresse per telegramma emozione ed entusiasmo dopo la visione della pellicola.
– John Lennon dichiarò di rivedere il film ogni settimana.
– Un giornalista di «Playboy» chiese a Kubrick se avesse mai preso l’LSD. Il regista rispose che la droga non è fatta per l’artista, perché crea uno stato di soddisfazione a priori, uccide lo spirito critico e fa sembrare tutto bello e interessante.
– Durante le riprese del film, Kubrick manovrò in prima persona la pesante telecamera Mitchell 65mm e lo fece in due occasioni.
La prima, quando gli astronauti scendono nello scavo dove trovano il monolito e la macchina da presa li segue letteralmente, come fosse uno di loro.
La seconda, durante il percorso di Bowman verso i circuiti della memoria di HAL.
– Durante la scrittura del soggetto con Clarke, Kubrick aveva ascoltato spesso i Carmina Burana di Carl Orff.
Contattò il vecchio compositore tedesco per avere una musica originale, ma quest’ultimo declinò a causa della sua età avanzata.
– Il primo aprile del 1968, la MGM organizzò l’anteprima del film a New York a cui Kubrick assistette per osservare la reazione dei critici. Il regista aveva attraversato l’Atlantico in nave, al bordo della quale si era fatto installare una sala di montaggio. Ritoccò il film perfino durante l’attracco.
Assistere alla prima gli servì per capire dove poter migliorare: il 3 aprile tagliò 17 minuti alla versione originale di 156, per un totale circa di 30 tagli singoli.
– David Bowie dichiarò che per scrivere Space Oddity si ispirò al film, smentendo la credenza che fosse stata ideata in onore del lancio dell’Apollo 11 nel 1969.
– Nel 1976 la Marvel Comics decise di adattare il film nell’omonimo fumetto affidando il lavoro a Jack Kirby. L’opera, capolavoro indiscusso del fumettista, riscosse un successo tale, da indurre la casa editrice a continuarne la pubblicazione con episodi mensili che dal film originale mantenevano solo una vaga ispirazione.
Fonti: movieplayer.it / bloglindau.it
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