LA REGOLA DEL 3

 

Forse non è corretto chiamarla “regola” perché ogni situazione di pericolo è differente dall’altra.
Diciamo che si tratta di un ”principio base”.

Posso sopravvivere:

3 minuti senza aria
3 ore senza riparo
3 giorni senza acqua
3 settimane senza cibo

Il significato dei singoli “3” è abbastanza intuitivo e si rifà alla sopportazione media di un individuo in buona salute alla privazione di una delle principali fonti di sostentamento fisico.
A volte suscita perplessità la parte del “3 ore senza riparo”: questa si riferisce a casi di condizioni ambientali o climatiche avverse (deserti, alta montagna o mare aperto).
Si sono verificati più volte casi di soggetti che hanno sopportato quelle privazioni per periodi più lunghi, tuttavia possiamo considerare l’approssimazione come efficace rispetto al suo scopo.

C’è chi riesce a tenere il fiato un minuto, chi cinque e anche la sopportazione della fame e della sete sono molto soggettive e influenzate da elementi di contorno quindi, in alcune specifiche situazioni le priorità possono cambiare.

I “3 minuti” sono validi anche per la risoluzione di un problema.

Sembra troppo o troppo poco? Stiamo parlando di emergenze dov’è importante: osservare, risolvere e passare oltre.
Chiaramente, se uno dei tre punti fallisce si tornerà al primo rimettendo in moto uno schema circolare.

Anche in questo caso i risultati variano da persona a persona in quanto c’è chi è più allenato mentalmente ed elabora più in fretta, oppure chi ha una migliore atletica o una propensione più spiccata al problem-solving.

Tuttavia ci si può allenare per migliorarsi.

Provate a vedere cosa potete fare in tre minuti: quante cose riuscite a raccogliere, quali punti della casa riuscite a raggiungere, quanto tempo impiegate a uscire per allontanarvi di casa.
Questo semplice esercizio è utile per velocizzarsi e mantenere una mente elastica.

fonte: Prepper
Immagine: ArtStation

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