Un uomo adulto deve bere circa due litri d’acqua al giorno, quantità che aumenta in caso di fatica fisica o di condizioni climatiche particolari come un’elevata temperatura atmosferica.
Oggi vi spiego qualche “tecnica” per trovare/rendere potabile l’acqua in caso di necessità MA è importante far attenzione a tutti i tipi d’acqua che si possono trovare in natura ed evitare di bere se non si è certi che non si tratti di fonti contaminate.
FRUTTA
La frutta e le specie vegetali contengono grandi quantità d’acqua. Le noci di cocco, ad esempio, racchiudono un’acqua ricca di vitamine e sali minerali (da non berne troppa però perché ha un effetto lassativo).
Anche arance, ananas, mango, limoni e così via aiutano a soddisfare il bisogno idrico senza dimenticare le canne di bambù verdi che, se piegate, possono stillare acqua.
PIOGGIA
Un metodo semplice e immediato è raccogliere l’acqua piovana attraverso dei recipienti. Se non si hanno recipienti disponibili, si può costruire una tettoia con una piccola canalina di rami e foglie (non velenose).
Un altro sistema consiste nell’arrotolare un panno o una maglietta attorno al tronco di un albero, lasciando che un capo penzoli verso terra. Il tessuto raccoglierà l’acqua che sgocciolerà nel contenitore posto al di sotto.
DISTILLAZIONE
Un altro modo per ottenere acqua potabile consiste nel costruire un sistema di distillazione.
Per farlo bisogna scavare una buca nel terreno di circa un metro di larghezza e uno di profondità. Sul fondo della buca bisogna inserire delle foglie umide o dell’erba, sopra le quali va posto un recipiente; a questo punto bisogna prendere un telo di plastica di circa due metri di diametro e stenderlo sopra la buca, in modo che la copra completamente, fermandolo ai lati con delle pietre. Al centro del telo bisogna poi mettere una pietra, in modo che il telo non sia teso sopra la buca ma formi un cono. La temperatura all’interno della buca s’alzerà e il vapore incontrerà il telo, più freddo, sopra il quale si formeranno delle gocce di condensa. le goccioline scenderanno lungo il cono del telo per finire nel recipiente, dove si raccoglierà l’acqua.
ROCCE ROVENTI
Se non si ha a disposizione un pentolino, è comunque possibile far bollire l’acqua.
Bisogna prendere due pezzi di legno abbastanza grandi e scavare due cavità della grandezza desiderata all’interno. Entrambi vanno riempiti con l’acqua raccolta. A questo punto si accende un fuoco con dei rametti di legno, facendo attenzione ad alimentarlo in modo che la fiamma sia costante. Si prendono poi delle pietre e le si mettono sul fuoco, in modo che diventino roventi.
Per una bollitura efficiente occorre lasciare le rocce molto vicine alla fiamma per 30-40 minuti per poi immergerle nel contenitore pieno d’acqua dopo averle afferrate con un paio di bastoni: in poco tempo l’acqua arriverà a temperatura di ebollizione grazie al trasferimento di calore. Per prolungare il tempo di ebollizione è sufficiente immergere altre rocce incandescenti.
La bollitura tramite roccia non è un procedimento esente da pericoli: una pietra incandescente a contatto con l’acqua può facilmente produrre una reazione esplosiva in grado di scagliare schegge di pietra capaci di ferire.
Per limitare il pericolo di esplosione, si tende a preferire rocce raccolte in luoghi secchi: l’umidità accumulata da pietra estratta nei pressi di un fiume, ad esempio, potrebbe far accumulare vapore all’interno della roccia poco dopo averla avvicinata alla fiamma. Per ragioni differenti ma reazioni analoghe, si tende ad evitare anche quarzo e ossidiana.
La roccia ideale può essere trovata a colpi di tentativi gettando nella fiamma differenti tipi di pietra a grana fine. Dopo essersi allontanati per evitare che le schegge di un’esplosione vi colpiscano, se non si verificano reazioni violente dopo una ventina di minuti e la roccia è rimasta intatta, può essere considerata adatta alla bollitura.
Anche se ci si trova in situazioni di sopravvivenza estreme NON BERE MAI:
– Bevande alcoliche: in clima freddi, bere alcol, all’inizio può dare un senso di calore ma successivamente si ha un raffreddamento corporeo più intenso di quello che si aveva prima di bere. In clima caldi, invece, disidrata il corpo. Bere alcol inoltre diminuisce anche le capacità mentali e motorie.
– Urine: Contengono gli scarti del nostro organismo.
– Sangue: può causare diarrea, infezioni, problemi gastro-intestinali o altri problemi al metabolismo.
– Acqua del mare: contiene troppo sale, in caso di mancanza d’acqua si può resistere più a lungo restando senza bere che bevendo acqua di mare poiché l’acqua salata disidrata e provoca danni ai reni.
– Benzina o composti chimici (come diluenti, detergenti…)
– Acqua stagnante.
– Liquido biancastro, linfa lattiginosa di alcune piante.
– Acqua sporca con schiuma e bolle e dall’odore nauseabondo.
– Acqua dove all’interno ci sono animali morti.
– Acqua di colore strano o dove la vegetazione circostante è morta o mancante.
E NON FUMARE!
Il fumo sottrae liquidi e vitamine all’organismo.
I sintomi derivanti dall’ingerimento di acqua contaminata sono: dissenteria, diarrea sanguinosa grave e prolungata, febbre, debolezza, virus e malattie o presenza di parassiti nel corpo.
Consigliabile non mangiare neanche neve e ghiaccio, perché provocano una dispersione di calore nel corpo: meglio raccoglierne un po’ e scioglierli in un pentolino, fino a ebollizione, così che l’acqua ottenuta sia anche depurata.
Disclaimer: Queste sono tecniche/consigli da applicare in caso di effettiva necessità. Se volete approfondire l’argomento cercate e chiedete prima a gruppi ufficiali specializzati in survivalismo (che, di certo, vi sapranno dare delle dritte più precise e corrette).
Fonte: vita antica e sopravvivere
Immagine: Inceoglu