Eccoci di nuovo all’appuntamento del lunedì con “Vita da Vault”, la rubrica nella quale scopriamo insieme i terribili esperimenti perpetrati dalla Vault-Tec all’interno dei suoi bunker antiatomici.
Oggi vi racconto del Vault 106, situato nella Zona Contaminata della Capitale e visitabile nel videogioco Fallout 3.
Costruita all’interno di una grande caverna, la struttura aveva lo scopo di studiare gli effetti che una prolungata esposizione a sostanze psicotrope avrebbe avuto sugli esseri umani.
Dopo soli dieci giorni dalla chiusura, infatti, all’insaputa degli abitanti (con l’eccezione del Sovrintendente e di un ristretto numero di ricercatori), il sistema di areazione iniziò a diffondere un mix di potenti droghe in tutti gli ambienti.
Coloro che vi erano esposti cominciarono dapprima a sentirsi disorientati e poi, col tempo, a delirare, cadendo spesso in preda alle allucinazioni. E quando infine divennero violenti, il personale di sicurezza non riuscì più a contenerli e il Vault sprofondò nel caos.
Non sappiamo esattamente cosa sia successo dopo, solo che a distanza di due secoli, nel periodo in cui si svolge il gioco, la struttura è completamente devastata e disseminata degli scheletri dei suoi ex abitanti. L’ipotesi più verosimile, quindi, è che nel loro delirio abbiano finito con l’eliminarsi l’un l’altro.
Il sistema di areazione, però, continua a immettere le sostanze negli ambienti, cosa che causerà diverse allucinazioni anche al nostro personaggio, durante l’esplorazione.
Nell’area è anche presente un gran numero di superstiti folli che attaccano a vista, probabilmente altri esploratori che, anche loro confusi dal gas psicoattivo, si sono convinti di essere gli originali occupanti del Vault.